Le virtù guerriere della razza italiana. Brevi considerazioni di Guido Landra

Assistente di Sergio Sergi alla cattedra di Antropologia all’Università “La Sapienza” di Roma, Guido Landra pubblicò il presente scritto il 15 novembre 1938 sulla rivista ‘La difesa della razza’. Il suo intento fu appunto quello di approfondire “le virtù guerriere” degli italiani, considerati dall’antropologo una vera e propria «razza di soldati», nonché «una razza dura e volitiva» connessa da secoli agli antichi guerrieri romani e, dunque, all’antica Roma. Buona lettura!

Le razze umane sono individualizzate non solo dai loro caratteri fisici, ma anche da quelli psicologici. Poiché la lotta ha rappresentato in tutti i tempi la necessità vitale per gli uomini, è anche dal modo col quale è stata accettata la lotta che possono essere distinte le razze umane. Vi sono state così razze poco adatte alla lotta e alla guerra, le quali hanno potuto vivere e prosperare finché non si sono urtate con altre più adatte, e razze invece che hanno vissuto fino ai nostri giorni appunto perché hanno saputo lottare e vincere. Ma il modo della lotta e della vittoria è molto diverso. Vi sono così razze che hanno potuto mantenersi in vita unicamente con l’astuzia e altre invece che hanno accettato la lotta a viso aperto. Soltanto a queste può spettare il titolo di razze guerriere.

La razza italiana è stata in tutti i tempi una razza di soldati; e poiché l’essenza della romanità è appunto costituita dalla nostra razza, lo spirito guerriero si identifica con l’essenza stessa della romanità.

Tutto questo era perfettamente sentito dai Romani, che fecero, più d’ogni altro popolo, oggetto di culto le divinità della guerra. Sempre, anche nei momenti più tristi della vita della patria, questo antico spirito guerriero fu presente negli Italiani; il che era del resto perfettamente naturale, dato che le qualità guerriere negli uomini di razza e di sangue italiano si ereditano e sono immortali.

Possiamo aggiungere che in noi stessi sta la nostra immortalità, in queste qualità eroiche che hanno individualizzato gli Italiani d’un tempo, e quelli di oggi e quelli che verranno.

Per quanto indietro rimontiamo nel corso dei secoli, troviamo l’Italia abitata sempre da guerrieri. Guerriere furono le popolazioni italiche che precedettero i Romani, guerriere e contadine sempre.

Del resto, i veri Romani ebbero sempre tre sole occupazioni: l’agricoltura, la guerra, il governo della cosa pubblica. Sdegnarono il commercio e lo lasciarono ai liberti e ai forestieri; si curarono poco di promuovere le belle arti ed ebbero una meravigliosa religione che non era misteriosa, cupa e ristretta come le religioni asiatiche, ma pubblica e devota agli dei della guerra, del popolo e della terra.

L’Impero romano fu conquistato e mantenuto finché durò in tutti i cittadini lo spirito fortissimo di dominio e di vittoria. L’impero andò in sfacelo quando – a causa degli elementi orientali che avevano inquinato il sangue romano – venne a mancare lo spirito militare.

La fatalità delle leggi ereditarie ha fatto sì che nel corso degli anni questo elemento estraneo orientale fosse eliminato completamente e, man mano che l’Italia andava sempre più riacquistando la sua omogeneità razziale, riacquistava la sua attitudine alle armi. Questa omogeneità razziale – è bene ripeterlo – è stata riacquistata dall’Italia da almeno mille anni.

In questo periodo di tempo gli Italiani si sono mostrati sempre più una razza di soldati, una razza dura e volitiva, che si è imposta all’attenzione di tutti.

Una falsa educazione ci ha portato a sottovalutare o addirittura a trascurare alcuni periodi e alcuni personaggi della nostra magnifica storia. Eppure la storia italiana risuona delle gesta eroiche dei nostri soldati e dei nostri capitani. Valga per tutti l’esempio dei grandi Condottieri, di queste figure colossali di uomini che, spesso venuti dal nulla, arrivavano con la sola forza delle proprie armi alla conquista di intere regioni; abbiamo l’esempio dell’ininterrotta serie di principi di Casa Savoia col destino dei quali si confuse il destino d’Italia; quello infine dell’italianissimo Napoleone Buonaparte che si servì dei Francesi, come un tempo Cesare dei Galli, per i suoi disegni di illimitata conquista.

Raggiunta la sua unità politica, l’Italia ha vinto successivamente un impero asiatico, un impero europeo, ed uno africano. Queste prove grandiose, meglio di qualsiasi dimostrazione scientifica, hanno mostrato la perfetta identità della razza italiana di oggi con quella che già ebbe il dominio del mondo.

La razza italiana, oggi come sempre, ha trovato soltanto in sé stessa i mezzi di lotta e di vittoria. Tutto questo impone agli Italiani il preciso dovere di considerare sacra la purezza del proprio sangue e di esaltare sempre più l’orgoglio di razza nel mito eterno di Roma.


Di Guido Landra

4 commenti

  • Siamo sempre stati un grande Popolo, ora non più.
    Abbiamo perso la guerra, una importantissima guerra, ma le gesta degli Eroi vivono dentro di Noi, che abbiamo sempre visto nell’Italia un crogiolo di civiltà e cultura.
    Ora, per tornare grandi, dobbiamo riprendere le orme di quei combattenti che hanno reso possibile la nostra Esistenza oggi.
    Ma se quei combattenti italiani del passato vedessero oggi come è divenuta l Italia, credo che vorrebbero tornare subito sottoterra.

    Gran bello scritto, molto incalzante, emozionante e incoraggiante.

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