Giuliano di Bernardo e l’Accademia degli Illuminati. La mano nascosta che muove i fili della politica italiana ed europea

Dal celebre Ordine di Adam Weishaupt alla semisconosciuta “Accademia” di Giuliano Di Bernardo: la storia degli Illuminati come nessuno l’ha mai raccontata, senza censure o inutili complotti

Si sente spesso parlare dell’Ordine degli Illuminati di Baviera o semplicemente degli Illuminati, senza però comprenderne le origini e, soprattutto, gli sviluppi. In merito vi sono infatti svariate “teorie del complotto” che, sebbene affascinanti e sensazionalistiche, non hanno nulla a che vedere con la realtà storica. Pertanto, sollecitati da alcuni fedeli lettori, abbiamo deciso di scrivere un breve dossier sugli Illuminati, mostrando come l’Ordine sia stato rifondato a Roma nel 2002 e continui ancora oggi ad operare dietro le quinte del potere politico – sia in Italia che all’estero – attraverso gli stessi metodi adottati nel XVIII secolo in Germania da Adam Weishaupt, pioniere dell’Ordine, e dai suoi uomini più fanatici.

Per fare luce e comprendere tale argomento a trecentosessanta gradi, tuttavia, è necessario partire dalle origini, ossia dal visionario Adam Weishaupt, detto Spartacus, e dal suo «freddo, apocalittico programma di distruzione», (come lo definì nel 1941 il giornalista Raffaele Del Castillo), per poi giungere, con documenti alla mano, alla nuova e famigerata “Accademia degli Illuminati“, che – dal 2002 – pare eserciti una grossa influenza sulla politica italiana ed europea, tanto a destra quanto a sinistra, agendo in nome di una nuova etica universale. Ma andiamo con ordine, e partiamo dal principio.


Le origini

Il nucleo archetipico dell’Ordine degli Illuminati nacque in Baviera il 1° maggio 1776, prendendo il nome di Bund der Perfektibilisten, ossia “Lega dei Perfezionisti“. A fondarlo fu il ventottenne Adam Weishaupt, professore di diritto canonico all’università di Ingolstadt passato a idee liberali e anti-religiose, e quattro giovani studenti di giurisprudenza affascinati dall’occultismo e dalle teorie utopiche di Jean-Jacques Rousseau. Come simbolo del movimento – su suggerimento dello stesso Weishaupt – venne utilizzata la Civetta di Minerva, emblema esoterico di filosofia e saggezza, mentre ogni membro assunse presto uno pseudonimo. Fu così che Weishaupt, ossessionato dal gladiatore trace che oltre duemila anni fa cappeggiò una rivolta di schiavi contro Roma, divenne Spartacus. Gli studenti, invece, assunsero i nomi di Erasmo, Ajax, Agathon e Tiberio.

Con la crescita del movimento – spiega Del Castillo – si cominciò a vociferare «che [la Lega] fosse l’erede della famosa setta eretica musulmana degli “Assassini” o “Ismaeliti dell’Est”, cappeggiata nel XII secolo in Asia Minore da Abdullah Ibn Maimun», anche se in realtà Weishaupt – da buon leader – ne aveva soltanto «copiato l’organizzazione interna». La «selezione dei nuovi adepti» era infatti «severissima»; ad essi «veniva per lungo tempo tenuto celato lo scopo reale della setta, scopo che si doveva conoscere soltanto negli ultimi gradi di una scala iniziatica». Inoltre – conclude Del Castillo – «si chiedeva ai neofiti dedizione assoluta e disciplina cieca agli ordini dei capi, i quali rimanevano almeno nominalmente occulti». Non vi erano ammessi ebrei, né monaci o membri di altre società segrete.

Due anni dopo, nell’aprile del 1778, Weishaupt – ispirato soprattutto dalla mentalità degli enciclopedisti come Voltaire e dalla dottrina libertaria di Rousseau – decise di cambiare nome al movimento. Così, la Lega dei Perfezionisti – sempre più orientata verso il potere politico, piuttosto che alla crescita spirituale degli adepti – venne rinominata Illuminatenorden, ossia Ordine degli Illuminati. La setta – spiega del Castillo – cominciò tuttavia a reclutare personalità di rilievo, come «magistrati, ministri di Stato, ecclesiastici», impadronendosi di «parecchi gangli vitali» della Germania, anche se – contrariamente a quanto si possa pensare – «non arrivò mai all’aperta ribalta politica». Malgrado ciò – spiega la professoressa Elena Cuomo – l’Ordine di Weishaupt riuscì a divenire in breve tempo, con il supporto di personalità influenti (ma non solo), «un potente canale di socializzazione» che, negl’anni, plasmando «a suo uso e consumo» molte delle «idealità in fermento nel secolo», si trasformò «in una stringente maglia di potere».

Idee e obiettivi

L’obiettivo di Weishaupt, come ha dichiarato Del Castillo, era in sostanza quello di «preparare per mezzo dei suoi adepti le prime fasi di una rivoluzione mondiale»: una rivoluzione vòlta a «distruggere ogni e qualsiasi religione» e a indurre una lenta scomparsa della «falsa idea di diverse patrie», (ri)portando così l’uomo verso quello «stato selvatico» di cui parlava il filosofo Rousseau, quando ancora la razza umana «formava una sola famiglia senza bisogni artificiali, senza inutili scienze». Ma, «per arrivare a quella idilliaca “felicità umana”» – prosegue Del Castillo – «bisognava anzitutto fare tabula rasa di tutti i valori morali, religiosi, politici, economici, con i quali l’umanità aveva fino allora costruito le sue successive civiltà». Weishaupt proponeva quindi «l’abolizione della proprietà, dell’autorità sociale» e «delle nazionalità». Secondo le sue stesse parole – riporta del Castillo – «con l’origine di nazioni e di popoli, il mondo cessò di essere una grande famiglia, un solo reame: il grande legame della natura era spezzato. Il nazionalismo prese il posto dell’amore umano… Diventò una virtù il magnificare la propria terra alle spese di chiunque non fosse compreso nei suoi confini; come mezzo per questo angusto fine diventò lecito disprezzare e truffare lo straniero e anche di insultarlo. Questa virtù si chiama “patriottismo“».

Secondo Weishaupt, «tutto doveva quindi scomparire: con le religioni i sacerdozi, con le patrie i governi e le monarchie […]. Il mondo doveva tornare allo “stato selvatico”, stato dal quale l’incontrastato potere degli Illuminati doveva poi trarre una nuova forma di società». Ma, come è noto, non tutto andò come previsto.


Triste epilogo

A porre ufficialmente fine all’attività degli Illuminati – spiega Del Castillo – fu «uno strano fatto di cronaca». Era il luglio 1785; un losco «predicatore evangelista di nome Lanze, fiduciario degli Illuminati, era stato mandato in Slesia in missione organizzativa; e nel corso del viaggio fu colto da un violento temporale e ucciso da un fulmine. Sul suo cadavere le autorità trovarono tutto un pacco di documenti, tra i quali figuravano diffuse istruzioni e lettere di Weishaupt. Il governo bavarese, avvertito, ordinò la soppressione della setta [considerata sovversiva] e al contempo fece eseguire perquisizioni nelle case degli Illuminati. […] Weishaupt fu condannato all’esilio e condusse da allora in poi una vita randagia». Morì nel 1830. Ma le sue idee ormai «avevano messo profonde radici in molti spiriti e, continuando il loro sotterraneo cammino, dovevano portare amari frutti in un non lontano avvenire».


Un nuovo inizio

Del Castillo non si sbagliò: l’Ordine rimase infatti “dormiente” fino al 1903, quando incredibilmente fu “risvegliato” a Dresda dall’occultista e scrittore Leopold Engel, definito dallo storico Renè Alleau «il migliore specialista dello studio delle teorie di Weishaupt». Il nuovo movimento prese il nome di “Federazione Mondiale degli Illuminati” e rimase attivo fino al 1924, senza accogliere molti consensi. Nel frattempo, nel 1910, era stata fondata a Colonia la loggia “Adam Weishaupt alla Luce sul Reno“, mentre due anni dopo, a Berlino, venne alla luce la loggia “Adam Weishaupt alla Piramide“, che era strettamente legata ad una certa “Grande Loggia degli Illuminati-Framassoni per la Germania“, della quale non si sa molto, oltre al fatto che – spiega Alleau – «lavorava» per un «Ordine Nuovo».

Con l’avvento di Adolf Hitler, tuttavia, non si seppe più nulla delle suddette logge. Le società segrete e la massoneria vennero bandite, e gli adepti internati in campi di lavoro. Soltanto nel XXI secolo, dopo una lunga rinascita della Libera Muratoria in Europa, si sentì nuovamente parlare di Illuminati.

Di Bernardo e la massoneria

A “risvegliare” l’Ordine, nel 2002, fu il mago e occultista Giuliano Di Bernardo, il cui “percorso esoterico”, però, ebbe inizio molti anni prima. Nel 1990 – come dichiara lo stesso Di Bernardo – fu eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ossia «la massoneria storica che aveva avuto come Gran Maestro anche Giuseppe Garibaldi». Il suo operato – rammenta l’occultista – fu un «vero tentativo di dare all’Italia una massoneria capace d’interpretare le sfide che venivano dalla politica, dall’economia e dalla scienza». Inoltre, in seguito alla caduta del Muro di Berlino, il Gran Maestro, «convinto assertore dei rapporti internazionali», si fece «promotore della rinascita massonica» in tutti i paesi dell’Est: dal 1990 al 1993, si occupò di “risvegliare” «la massoneria in Romania, costituendo la Gran Loggia Nazionale di Romania»; nello stesso periodo, partecipò, «con i Gran Maestri d’Austria e di Germania, alla costituzione delle Gran Logge di Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia». Ma, proprio in quegli anni, l’occultista si rese «conto che il suo progetto di rinnovamento della massoneria italiana» era divenuto soltanto «un’illusione» e, di conseguenza, si dimise dal Grande Oriente d’Italia, per poi fondare, «con il sostegno della Gran Loggia Unita d’Inghilterra» e «sul modello della massoneria inglese», la “Gran Loggia Regolare d’Italia”.

Attraverso la nuova loggia, «la sua attività nei paesi dell’Est europeo» si fece «sempre più intensa». Dal 1996 al 1998, diede vita alla “Gran Loggia di Ucraina” e alla “Gran Loggia di Moldavia”, acquisendo un certo potere politico sia in Italia che all’estero. Nel frattempo, però, «a causa di congiure, conflitti e ammissioni indegne», all’interno della loggia iniziò «la degenerazione». A detta di Di Bernardo, «le differenze col Grande Oriente d’Italia» si erano ridotte «sempre di più»; pertanto, per l’occultista era «tempo di guardare altrove». Fu così che, nel 2002, «la scelta» cadde «sugli Illuminati».


Accademia degli Illuminati

Sfruttando la fitta rete massonica creatasi in tutta Europa, Di Bernardo – che da tempo aveva iniziato a studiare la figura misteriosa di Adam Weishaupt, considerato dallo stesso ex Gran Maestro il creatore della «più potente società esoterica» della Storia – costituì a Roma, in Piazza di Spagna, l’Accademia degli Illuminati. «Insigni filosofi, scienziati, giuristi, economisti, artisti, letterati, politologi, comunicatori, laici e religiosi», nonché «politici, medici, avvocati, docenti, imprenditori, musicisti» entrarono «a farne parte, in Italia e all’estero», trasformando nel tempo l’Accademia in uno dei principali protagonisti della politica occulta europea. I membri, infatti, ebbero fin da subito l’obbligo di tenere nascosta la propria appartenenza all’Accademia, soprattutto i politici, sui quali Di Bernardo puntò tutto al fine di accrescere l’egemonia del movimento, tanto in Italia quanto in Europa.

In particolare, ai diversi politici legati all’Accademia fu dato l’ordine – analogamente al movimento massonico – di influenzare lentamente – in base al proprio potere e alle proprie ordinarie mansioni politiche – il partito da essi frequentato, nella direzione voluta da Di Bernardo. Tali individui – nel tempo – si ritrovarono così “infiltrati” in tutte le forze politiche italiane ed europee, dal centro-destra al centro-sinistra, dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia, dal Fronte Nazionale a Rinascimento, dalla CDU all’SPD, dal Partito Laburista di Keir Starmer al Partito Conservatore di Rishi Sunak; l’Europa ne venne letteralmente impregnata, tant’è che oggi, a ventidue anni di distanza dal “risveglio” dell’Ordine, è possibile parlare di una vera e propria “Europa degli Illuminati“. Sono moltissimi, infatti, i parlamentari e i funzionari che attualmente, in Italia e all’estero, si trovano legati a doppio filo all’Accademia e ai progetti visionari del suo leader; fra di loro comunicano attraverso chat criptate di ultima generazione e, in pubblico, specialmente durante le conferenze politiche o le apparizioni in tv, utilizzano particolari segni di riconoscimento del tutto sconosciuti ai profani, che servono appunto per orientarsi nell’attività politica e creare coesione fra i membri sparsi nei vari partiti. Tali uomini, tanto per usare le parole di Di Bernardo, avrebbero il compito di imporre, attraverso le loro attività semi-occulte, un «progetto etico che si propone di riunire, in una Comunità internazionale di Eletti, tutti coloro che hanno la “luce” dentro, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalla religione, dalla lingua, dalla cultura».


Il Dignity Order

Questi “Eletti”, descritti da Di Bernardo come «uomini-dei», sono oggi riuniti in un circolo esoterico d’élite all’interno dell’Accademia, conosciuto come Dignity Order, ossia “Ordine della Dignità“, la cui sede si trova a Vienna, in Wagramer Strasse 19 (Austria). Tale Ordine, formato da “Gran Priorati” sparsi per tutta Europa, configura attualmente la “cima della piramide”, nonché il “cuore” stesso dell’Accademia, anche se in realtà – va detto – non è altro che un circolo di esperti Illuminati appartenenti alla politica che conta, da destra a sinistra; diversi loro agenti sono “infiltrati” nella massoneria, nell’intelligence e nei media, oltre che nei partiti, e collaborano – di tanto in tanto – con le logge massoniche e para-massoniche che, nel tempo, hanno aderito al progetto dell’Ordine. Stando appunto alla visione di Di Bernardo, «sarebbe necessario porre gli Illuminati al centro del processo di globalizzazione, per conferire loro autorità e potere nella formazione della ristretta cerchia di uomini-dei che governerà il mondo».

Il Tiranno Illuminato

Dietro alle suddette parole, si nasconde un progetto mondialista e autoritario molto simile, per certi versi, al programma originario di Adam Weishaupt; un progetto che, secondo Di Bernardo, «per esprimere il bene comune, se necessario, deve essere imposto. Se non può essere imposto da uno Stato democratico, allora bisogna guardare a una diversa fonte di potere statale. Io credo che esista una sola possibilità, che è rappresentata dal “Tiranno illuminato“».

«Il Tiranno di cui qui si parla», prosegue Di Bernardo, «non è il tiranno che abbiamo conosciuto nella storia dell’umanità nelle sue diverse apparizioni, dal tiranno di Siracusa a Hitler. Il Tiranno illuminato è un uomo dotato di grande carisma, di eccezionali doti intellettive e di profonda saggezza. Egli deve saper coniugare la ragione con le emozioni, che sono i pilastri che sorreggono l’uomo integrale. Egli deve essere in grado di comprendere i bisogni materiali dell’umanità, ma deve anche saperli plasmare con i più alti valori spirituali (il vero, il bene, il bello, il giusto). Un uomo con queste qualità governerà non con il terrore, ma con il consenso, poiché tutti riconosceranno e accetteranno la sua guida illuminata. Un uomo così potente, autorevole e saggio saprebbe in quale direzione orientare i cambiamenti genetici per la creazione dell’uomo nuovo. L’umanità eviterebbe il rischio dell’autodistruzione solo sottomettendosi alla sua guida illuminata».

Ma il Tiranno illuminato, detto anche «UnoDio», «non nasce dal nulla o dalla mente di Giove», ha continuato Di Bernardo. «Il suo avvento deve essere preparato già da ora da uomini di qualità (senza distinzione di sesso, colore della pelle, razza, lingua, religione e cultura), che io chiamo “Illuminati”», i quali – già membri del Dignity Order – dovranno rappresentare, in una nuova Kosmopolis, il «Consiglio degli uomini-dei» che supporterà il Tiranno.

Ma di quale progetto parliamo? E perché esso deve essere imposto con la forza da un tiranno?


Etica universale

In breve, il programma dell’Accademia – denominato dal massone Salvatore Zappalà progetto «Kosmopolis» – si configura attorno ad un nuovo concetto di “etica universale“, che – stando alle stesse parole di Di Bernardo – dovrà essere «imposto» al mondo attraverso il suddetto Tiranno Illuminato. Questa “etica universale” – basata in gran parte sulle idee di Adam Weishaupt – avrebbe il compito di sostituire le religioni, le patrie, le nazionalità, il patriottismo, portando nel tempo ad una federazione (o confederazione) globale di tutti i paesi della Terra e, dunque, alla tanto ambita «cittadinanza cosmopolitica». In particolare, Di Bernardo – oltre a fare appello alle rivendicazioni globaliste di Weishaupt – trasse ispirazione anche dalla Consultatio catholica del 1656, la quale – come spiega Salvatore Zappalà – propone «una riforma universale organica» (detta «Panorthosia»), suddivisa in tre assiomi fondamentali:

a) «uso di una lingua universale» («panglossia»);

b) uso di «un sistema educativo universale e per tutti» («pampaedia»);

c) uso di «una sapienza universale» («pansophia»).

Secondo Zappalà, dunque, «non si parla più di popoli, di culture, di religioni, di Stati, ma di un’unica, grande, universale Umanità», nel cui futuro – spiega Di Bernardo – «si potrà fare a meno del liberalismo e della religione, ma non di un’etica universale», che verrà imposta come «ideologia generale dell’Umanità», in quanto essa – spiega Di Bernardo – si troverebbe «al più alto livello della scala dei valori della società globalizzata».


Cittadini del mondo

Per quanto riguarda la sovranità nazionale, invece, con la federazione degli Stati essa sarà estremamente limitata, se non del tutto inesistente. A tal proposito, si sono espressi diversi intellettuali “globalisti” (probabilmente vicini all’Accademia degli Illuminati), che – al fine di mistificare la futura mancanza di sovranità – hanno cominciato a parlare di “sovranità responsabile“(vedi Richard Falk), di “sovranità condivisa” (vedi Kathryn Sikkink) e addirittura di “sovranità umanizzata” (vedi Anne Peters): tutti nomignoli abietti e spregevoli che, in realtà, descrivono in sostanza la futura assenza di sovranità nazionale.

Salvatore Zappalà (membro del Grande Oriente d’Italia, ma uomo di fiducia di Di Bernardo) spiega infatti che, nonostante le difficoltà, è solo questione di tempo prima che venga imposta la «cittadinanza cosmopolitica», la quale farà di noi cittadini del mondo della nuova Kosmopolis.

Un nuova società

Giunti a questo punto, sorge spontanea una domanda: come sarà la società della nuova Kosmopolis immaginata da Di Bernardo?

Nell’opera Il futuro di Homo sapiens, l’ex Gran Maestro rivela che la società cinese «presenta profonde analogie» con la sua «previsione del futuro», in quanto «la popolazione cinese, divisa in due classi, tende verso l’umanità che realizza i fini dell’Uno-Dio», ossia del Tiranno illuminato. Di conseguenza, Di Bernardo elogia la filosofia del confucianesimo, la quale «richiede a tutti gli individui di mantenere l’ordine sociale obbedendo all’autorità», e aggiunge che il presidente Xi Jinping, «nel silenzio e nella continuità, sta dividendo la società cinese in due classi: i fedeli credenti e gli infedeli non credenti. Ai credenti, tutto è permesso. Ai non credenti, è permesso solo qualcosa per salvare una parvenza di democraticità. Che cosa accadrà ai non credenti quando il potere del presidente sarà assoluto?».

Prendendo esempio da questo “presunto” sistema cinese, Di Bernardo dichiara che, grazie al lavoro degli Illuminati, «nel futuro vi saranno due categorie di uomini: gli uomini-dei e gli uomini-uomini. Gli uomini-dei [trasformati in “uomini-macchina” dal transumanesimo] avranno un potere assoluto [e supporteranno il Tiranno Illuminato]. Gli uomini-uomini, viceversa, vivranno in una società globale [ossia la Kosmopolis] in cui le loro scelte e la loro condotta si dovranno identificare con quelle volute dagli uomini-dei». Gli uomini-uomini rappresenteranno inoltre una «razza unica» (probabilmente «euroasiatico-negroide», come preannunciò il conte Kalergi) e la loro «felicità» – spiega Di Bernardo – «non può che essere quella di uniformarsi alla volontà degli uomini-dei».


Di Bernardo e Co.

Ma non è tutto. L’Accademia degli Illuminati di Giuliano Di Bernardo può godere del supporto di vari “partner” attivi sia a livello europeo che internazionale, come il noto Movimento Federalista Mondiale, l’Unione dei Federalisti Europei, il Citizens for Global Solutions, il World Federalist Movement-Canada, il Democracy Without Borders, il One World Trust, la B’nai B’rith e la Global Challenges Foundation: tutte organizzazioni che, come rammentano i loro stessi leader, operano per il raggiungimento di una «democrazia globale», di una «governance globale» e di una «cittadinanza globale», proprio ciò che occorre alla Kosmopolis degli Illuminati di Di Bernardo.

E non è difficile presupporre che tali organizzazioni, che hanno una grande importanza per l’Accademia di Di Bernardo, seguano un iter metapolitico di matrice illuminata indirizzato all’affermazione dell’etica universale. Diversi loro seguaci, compresi alcuni massoni, sono infatti agenti del Dignity Order e quindi membri attivi dei vari Gran Priorati dell’Accademia, i quali operano attraverso quella «stringente maglia di potere» che anche Weishaupt aveva creato e che ancora oggi, spesso in maniera occulta, regge le fondamenta della politica italiana ed europea.


Dovute conclusioni

Giunti finalmente al termine, per concludere il presente dossier non è esagerato asserire che, alla luce di quanto scritto, esiste un lungo filo invisibile che collega la weltanschauung di Adam Weishaupt con l’ideologia dell’Accademia degli Illuminati di Giuliano Di Bernardo. Malgrado le (labili) differenze fra i due pensieri, l’obiettivo rimane lo stesso, immutato nel corso dei secoli: la “governance globale“, ossia il governo mondiale.

«Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no», ebbe a dire a tal proposito l’ebreo Paul Warburg. «L’unica questione è se il governo mondiale sarà raggiunto con la forza o con il consenso».


Di Javier André Ziosi

2 commenti

  • Dopo mesi di silenzio, finalmente siete tornati. E con una vera bomba! Grazie

  • Un colpo al cuore veramente.. un presente ed un futuro che si prospettano come un abisso da cui uscire diviene quasi impossibile.. uno scenario apocalittico, dove i valori verranno distrutti completamente e mai più rievocati..
    Questo è quanto si è raccolto negli ultimi 80 anni. Questo è quello che è stato il castigo per essersi sottomessi dopo la sconfitta del 1945.

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