Kalergi e l’ebraismo. Dalla nobiltà del sangue all’eugenetica della Cabala. Il vero volto dell’élite dietro a Paneuropa

Passato alla storia come uno dei pionieri dell’Unione Europea, il conte Kalergi – in realtà – non fu che una marionetta, un fantoccio legato a doppio filo all’ebraismo militante e alle sue pratiche magico-esoteriche più nascoste

Si parla spesso del “piano Kalergi“, senza però mai affrontare l’argomento in maniera seria ed esaustiva, portando così alla creazione di teorie strampalate e inverosimili, che, con la realtà, non hanno nulla a che vedere. Pertanto, nauseati dalla montagna di scritti sul tema, ci siamo sentiti in dovere di recuperare e analizzare – consultando anche i noti documenti di Giacomo Rumor – l’opera più significativa del conte Kalergi, ossia Idealismo pratico (1925), le cui pagine – contrariamente a quanto si possa pensare – riflettono il più estremo e intransigente suprematismo ebraico, sfociando in quella che lui stesso ha definito «eugenetica erotica», ma che, in realtà, come vedremo, dovrebbe considerarsi “eugenetica cabalistica“.

Obiettivo del presente scritto, dunque, è quello di fornire un’ampia panoramica sull’operato del conte Kalergi e, soprattutto, mettere in luce – nell’ambito delle idee proposte nel libro Idealismo pratico, ma non solo – il suo profondo legame con l’ebraismo militante e la tradizione della Cabala, fino ad oggi rimasto pressoché inedito e sconosciuto ai più. In pochi, infatti, malgrado le numerose teorie del complotto che circolano nei meandri del web, associano Kalergi al suprematismo ebraico e al mondo esoterico della Cabala; nella maggior parte dei casi, il conte viene descritto come il pioniere dell’Unione Europea o, nella peggiore delle ipotesi, come l’artefice occulto dell’attuale situazione migratoria, ma mai come un portavoce o un agente dell’ebraismo militante. Come vedremo, invece, le sue intenzioni riflettono – in tutto e per tutto – la dottrina ebraica della Torah e della Cabala, configurando un futuro non molto lontano in cui l’ebreo – divenuto puro attraverso l’eugenetica – avrebbe dominato sulle masse “meticce” europee, utilizzando il metodo del bastone e della carota.

Ma andiamo con calma, e partiamo dal principio.


Paneuropa

A introdurre Kalergi (figlio di un diplomatico austro-ungarico e un’immigrata giapponese) negli ambienti dell’ebraismo militante europeo, fu la moglie, l’attrice Ida Roland, un’ebrea austriaca con la quale il conte si sposò a Vienna nel 1915, non prima di venir presentato a diverse organizzazioni e personalità importanti ebraiche europee – tra cui rabbini, intellettuali, politici e vecchi cabalisti. Con l’appoggio diretto della moglie, Kalergi fu così indirizzato verso la politica occulta dell’Europa che conta, all’epoca rappresentata – secondo i documenti Rumor – dalla semisconosciuta loggia degli Anziani, una confraternita segreta di «retaggio ebraico mescolato a forti connotazioni massoniche», che – già dalla seconda metà del 1800 – stava operando per istituire un’unione federale dei paesi europei. In breve tempo, il conte divenne l’uomo di punta di questo “ebraismo massonico” nascosto, portando alla creazione, nel 1922, dell’Unione Paneuropea Internazionale (UPI), la quale – in realtà – non fu che uno strumento degli Anziani per raggiungere i loro fini politici in Europa, ossia la completa integrazione dei popoli europei.

A conferma di ciò, spiega la JTA, durante il Primo Congresso dell’UPI, il quale si tenne a Vienna nell’ottobre 1926, i leader ebrei svolsero «un ruolo di primo piano», gettando le basi dottrinarie e ideologiche dell’Unione, le quali – come spiega il prof Michael Miller – attirarono subito «numerosi ebrei che si sentivano attratti dall’idea di un’Europa tollerante e fraterna». Fra di essi, vi erano Albert Einstein (scienziato), Stefan Zweig (intellettuale), Sigmund Freud (psicoanalista), Max Warburg (banchiere) e numerose altre personalità ebraiche provenienti da tutta Europa. Anche le logge massoniche, che da anni nutrivano ideali analoghi a quelli espressi dall’Unione e, dunque, dall’ebraismo, supportarono e finanziarono in maniera massiccia il movimento. Nello specifico, come ha dichiarato Anita Ziegerhofer, buona parte del denaro provenne dalle casse della loggia Humanitas di Vienna, alla quale lo stesso Kalergi era stato iniziato pochi anni prima. In breve tempo, tuttavia, il denaro ebraico e massonico portò come sperato l’Unione Paneuropea a divenire, assieme ad altre associazioni minori ad essa legata, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i progressisti “elitari” d’Europa (ebrei e non), come: massoni, cosmopoliti, borghesi, radical chic, democratici, geni della finanza e burocrati in giacca e cravatta.


Idealismo pratico: le origini

Nel frattempo, nel 1925 Kalergi aveva dato alle stampe – sempre nell’ambito del progetto paneuropeo dell’UPI – l’opera Idealismo pratico, ispirandosi in gran parte ai Protocolli dei Priori, un manoscritto segreto redatto dagli Anziani che – secondo i documenti Rumor – sarebbe servito per «l’impostazione delle prime fasi dell’Unione Europea». Mantenendo segreti questi Protocolli (oggi nascosti in una località sconosciuta del Regno Unito), gli Anziani – a fine ‘800 – avrebbero diffuso, per mezzo della stampa russa, dei protocolli «simili, nonché fittizi», con lo scopo di «dissimulare quelli autentici con una discreta opera di verosimiglianza». Essi vennero chiamati Protocolli dei Savi Anziani di Sion, i quali – soprattutto dopo l’ascesa dei fascismi – divennero famosi in tutta Europa, alimentando la critica antigiudaica più radicale.

Kalergi aveva però potuto visionare, con il consenso degli Anziani, l’opera originale, ossia i Protocolli dei Priori, prendendo da essi alcuni punti fondamentali (molti dei quali già contenuti nella Torah e nella Cabala), come il concetto della nobiltà ebraica, dell’eugenetica erotica e del meticciato, tutti e tre assenti nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Pertanto, con il libro Idealismo pratico (oggi riproposto in lingua italiana dall’editore Il Cerchio) Kalergi volle in sostanza dare un’immagine di Paneuropa fortemente elitaria e filogiudaica, nonché legata al suprematismo ebraico e, dunque, alle ambizioni politiche degli ebrei. Uno dei punti cardine dell’opera, infatti, è – come già detto – il concetto di “nobiltà ebraica” (strettamente legato alla dottrina del sangue di Sion), che ora andremo ad analizzare nel dettaglio, senza alcun filtro, prendendo in causa direttamente le pagine, a tratti sconvolgenti, di Idealismo pratico.

Nobiltà del sangue

Secondo Kalergi, «ciò che distingue principalmente gli ebrei dai cittadini medi è che essi sono endogamici», ossia hanno da sempre contratto il matrimonio all’interno del proprio gruppo sociale, mantenendo così il sangue puro. A tal proposito, il sionista Leon Stuart Levi ebbe a dichiarare: «In quanto a numero, gli ebrei in duemila anni sono rimasti quasi gli stessi. Essi non cercarono accoliti per la loro religione. Si sono appropriati delle arti, delle lettere e della civiltà di molte generazioni, ma si sono sempre mantenuti liberi dalle mescolanze di sangue. Essi hanno infiltrato il loro sangue in molti altri popoli, ma non hanno mai ammesso per sé il sangue di altre genti». Pertanto, secondo il conte, gli ebrei «restano fedeli alla loro più alta missione, al loro sangue migliore, alla differenza gerarchica fra gli esseri umani». «La superiorità del loro spirito», spiega Kalergi, «li predestina a fattore principale della nobiltà del futuro», proprio come conferma la Torah: «Israele non solo sarà libero dal giogo straniero, ma a sua volta avrà il predominio sulle altre nazioni».

Stando a Idealismo pratico, negli ebrei risiede quindi «il nocciolo della futura nobiltà europea», il cui scopo sarà quello di «trasformare il mondo purificato in un paradiso terrestre», come auspicato dagli Anziani e dalle logge massoniche di tutto il mondo – dalla B’nai B’rith alla Gran Loggia d’Inghilterra. É lo stesso Kalergi, rifacendosi esplicitamente alla Torah e ai Protocolli dei Priori, ad ammettere che «la forza di carattere unita all’acutezza della mente, fa degli ebrei […] le guide predestinate dell’umanità». Tuttavia, forse plagiato dalla moglie, il conte arrivò persino a configurare gli ebrei come una “minoranza superiore” che, da sempre, combatte una sorta di guerra razziale contro una “maggioranza inferiore” (i goym), caratterizzata da «individui pieni di odio e invidiosi», che la Cabala assimila a «dei piccoli animali» destinati ad essere dominati.


Eugenetica della Cabala

Ma v’è di più. In Idealismo pratico, Kalergi spiega che, dalla nuova nobiltà ebraica del futuro, sorgerà «una nuova razza sovrana», delineando – seppur a grandi linee – un vero e proprio programma di eugenetica (definita da lui stesso «eugenetica erotica») con l’obiettivo di migliorare la razza ebraica e creare, grazie anche alla fede in Dio e alla spiritualità legata alla Cabala, un uomo nuovo. Kalergi – riferendosi esclusivamente agli ebrei – spiega infatti che, in un futuro non molto lontano, «agli uomini più significativi toccheranno le donne più belle, alle donne più eccellenti gli uomini più perfetti. Tanto più un uomo sarà perfetto nel fisico, nell’animo e nello spirito, tanto maggiore sarà il numero di donne tra cui potrà scegliere. Solo agli uomini più nobili sarà permesso di unirsi alla donne più nobili, e viceversa gli inferiori si dovranno accontentare delle inferiori. Allora, la forma di vita erotica degli inferiori e dei mediocri sarà l’amore libero, quella degli eletti [ossia gli ebrei] il libero matrimonio. Così la nuova razza nobile del futuro non nascerà dalle artificiali norme umane della struttura delle caste, bensì dalle leggi divine dell’eugenetica erotica. La naturale gerarchia della perfezione umana sostituirà la gerarchia del feudalesimo e del capitalismo».

L’obiettivo occulto di questa eugenetica della Cabala, sviluppata nei pensatoi segreti dell’UPI e degli Anziani, sarebbe stato quello di dare vita, attraverso la scienza e l’approfondimento della Torah, al nuovo uomo ebreo, definito dalla stessa Cabala “Adam Kadmon” (Uomo Primordiale) o “Adam Elyon” (Uomo Superiore). Stando alla tradizione ebraica – spiega un vecchio testo cabalistico – egli è «il Dio vivente, il Dio incarnato; è l’uomo celeste», finalmente in possesso di poteri sovraumani e capace di sviluppare, col tempo e lo studio, la Yehidah, ossia la “quintessenza dell’anima“, la quale – secondo la tradizione – si manifesterebbe in varie forme, la più importante delle quali è la Neshamah, “l’anima superiore”, “l’anima divina”. A tal proposito, Rabbi Shimon spiega che «soltanto l’uomo [ebreo] ha un corpo e un’anima celeste. Se dunque l’uomo osserva la Torah e compie la volontà del Padre celeste, diviene simile ad una creatura celeste [l’Adam Kadmon]; ma se non lo fa, diviene una creatura interamente terrestre», quasi paragonabile ad un goym, ad un animale. Dello stesso parere è il cabalista Moshe Miller, secondo il quale questo «Dio vivente» configura in sintesi «la più alta fonte di coscienza nell’uomo. É la consapevolezza della totale unità con la Luce Infinita […]. Un livello così sublime che è quasi impercettibile», mentre per l’Istituto di formazione cabalistica Gal Einai, esso non rappresenta altro che «la volontà specifica di Dio», che – secondo il Talmud – ha riservato «agli ebrei il dominio del mondo al quale serviranno e saranno sottoposti tutti i popoli [della terra]», ormai divenuti meticci.

Per partecipare al progetto, tuttavia, sarebbe stato necessario dimostrare, mediante apposita documentazione, di essere puri ebrei sia in termini biologici che religiosi. I candidati sarebbero stati scelti attentamente tramite una rigida selezione razziale e morale, e la prole sarebbe stata allevata dalle famiglie di intellettuali legate a Paneuropa e alla cricca degli Anziani, in maniera tale da farli divenire nel tempo la futura élite europea. Tale progetto, però, non fece in tempo a prendere forma, a causa dell’ascesa dei fascismi europei e dell’annessione dell’Austria al Terzo Reich (1938), rimanendo così uno dei tanti “sogni proibiti” del suprematismo ebraico e del movimento sionista. Anche se alcuni teorici del complotto, soprattutto in Israele e Palestina, sono profondamente convinti che il progetto sia stato avviato in gran segreto, prima in Austria e poi negli Stati Uniti, raggiungendo infine il suo obiettivo (in Idealismo pratico, nel 1925, Kalergi ammette effettivamente che «una nuova razza sovrana è in formazione», senza però dare ulteriori indicazioni). Con ogni probabilità, dunque, si tratta di leggende, chiacchiere da bar.

Meticciato

Ed eccoci al meticciato, altro punto cardine di Idealismo pratico e, quindi, dei Protocolli dei Priori. In sintesi, Kalergi – ispirato soprattutto dalla moglie – era convinto che il cittadino della futura Europa federata, a causa delle immigrazioni coatte provenienti dall’Asia e dall’Africa, sarebbe divenuto «meticcio». «L’uomo di un lontano futuro sarà meticcio», dichiarò il conte. «Le razze e le caste odierne cadranno vittime del crescente superamento di tempo, spazio e pregiudizio. La razza futura euroasiatico-negroide, esteriormente simile agli antichi egizi, sostituirà la molteplicità dei popoli con una molteplicità di personalità». Dello stesso parere, del resto, era l’ebreo Isaac Moïse Crémieux, che, qualche decennio prima, aveva dichiarato che «le nazionalità debbono scomparire. Le religioni debbono tramontare. Ma Israele sussisterà [poiché] è l’eletto di Dio», oppure l’ebreo Baruch Levi, che, fra i suoi tanti vaniloqui, profetizzò che la «signoria» degli ebrei «sul mondo sarà raggiunta mediante l’unificazione delle altre razze umane, l’eliminazione delle frontiere e delle monarchie […] e mediante l’istituzione di una repubblica mondiale, che accorderà dappertutto i diritti civili agli ebrei».

Inoltre, per costoro e, soprattutto, per il conte Kalergi, nel meticcio «le proprietà caratteriali contrastanti, i pregiudizi, le inibizioni, le tendenze volitive e le Weltanschauungen dei suoi genitori ed antenati sono annullate o quantomeno reciprocamente mitigate. Di conseguenza, i meticci spesso coniugano mancanza di carattere, assenza di inibizioni, debolezza della volontà, volubilità, assenza di pietà e infedeltà con oggettività, poliedricità, vivacità mentale, libertà dai pregiudizi e ampiezza di vedute». Tutte caratteristiche che, fino a prova contraria, riflettono una certa passività politica (o apatia civica) strutturata ad hoc per mantenere salda la leadership politica ebraica, oggi sempre più all’apice nelle questioni europee, proprio come profetizzò Kalergi in Idealismo pratico: «Non solo il giudaismo si trasformerà in direzione degli ideali della nobiltà occidentale, ma anche l’ideale di nobiltà occidentale subirà una trasformazione incontrando il giudaismo a metà strada».


Complotto?

Giunti ormai alla fine, è necessario fare un po’ di chiarezza. Contrariamente a quanto si possa pensare, le idee proposte dal conte Kalergi in Idealismo pratico, come abbiamo visto, non rappresentano un vero e proprio “piano” (come invece dichiara la spazzatura complottista diffusa nel web), ma piuttosto un insieme di propositi, predizioni e concetti già insiti nello stesso ebraismo e, in particolare, nell’anelito ebraico al dominio del mondo prescritto dalla Torah e dalla letteratura rabbinica. Kalergi, dunque, non fu che una marionetta, un fantoccio legato a doppio filo all’ebraismo occulto e militante degli Anziani e delle logge massoniche ad essi legate, come la B’nai B’rith; il suo pensiero, mascherato dietro alla “tradizione europea”, rispecchiava in toto il pensiero ebraico dell’epoca, indirizzato alla creazione di un’Europa «tollerante e fraterna», priva dell’antisemitismo e dei pregiudizi anti-ebraici, ma schiacciata sotto il tallone di Giuda.


di Amedeo Cavazzoni

2 commenti

  • La novità del suo piano non è che accetta il genocidio come mezzo per raggiungere il potere, ma che intende creare dei subumani, affinchè grazie alle loro caratteristiche negative, come l’incapacità di giudizio autonomo e l’instabilità, garantiscano la tolleranza e l’accettazione di quella “razza nobile costituita dall’elite”.
    Proiettando nell’attualità il suo pensiero si ha l’impressione che molte delle idee di Kalergi abbiano avuto concreta attuazione, sia nel sistema pseudo-politico dell’Unione europea che nel vigente sistema di una generalizzata accoglienza, senza alcuna identificazione, né distinzione, di chiunque provenga dall’Africa e dall’Asia, un fenomeno questo che la propaganda multietnica definisce come inevitabile e necessario.

    Come sempre, Ardire non tradisce mai le aspettative !

  • Un aspetto di Kalergi ancora inedito… complimenti.. Per saperne di più sulle origini occulte dell’UE, ho provveduto a ordinare i documenti Rumor.. sicuramente non ne rimarrò deluso.

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