Repubblicani e democratici: due facce della stessa medaglia? La lobby ebraica negli USA e i finanziamenti alle campagne elettorali 2020

Come ebbe a dire Stephen Steinlight, ex direttore degli affari nazionali dell’American Jewish Committee (una delle più antiche e influenti organizzazioni ebraiche degli Stati Uniti), il «potere politico» degli ebrei in America è del tutto «sproporzionato», molto «più grande di quello di qualsiasi altro gruppo etnico/culturale».

Tale potere – le cui origini, secondo Monsignor Delassus, sono da ricercarsi nell’americanismo stesso – si è rivelato soprattutto durante le campagne elettorali del 2020, nelle quali sia i democratici che i repubblicani – rispettivamente guidati da Joe Biden e Donald Trump – hanno usufruito dei cospicui finanziamenti della lobby ebraica e delle ricche famiglie ebree americane.


I quindici finanziatori

L’organizzazione Open Secrets, con sede a Washington, ha stilato una lunga lista composta dai cento principali finanziatori delle campagne elettorali del 2020, e tra i primi venticinque della lista, ben quindici sono ebrei o comunque di origine ebraica. Ciò significa che il potere ebraico in America è effettivamente «sproporzionato» – proprio come aveva fatto notare Steinlight, e che la politica americana – in ogni sua manifestazione – è fortemente influenzata da esso.

I ricchi finanziatori ebrei che appaiono nella lista della Open Secrets sono i seguenti:

n.1) Tom Steyer (uomo d’affari e gestore di hedge fund): 54milioni di dollari ai democratici.

n.4) Stephen Schwarzman (amministratore di Blackstone): 28,4milioni di dollari ai repubblicani e 8.400 dollari ai democratici.

n.5) Sheldon Adelson (proprietario di casinò): 28milioni di dollari ai repubblicani.

n.6) Donald Sussman (asset manager): 22,3milioni di dollari ai democratici e 5.600 dollari ai repubblicani.

n.7) James Simons (finanziere di Wall Street): 21milioni di dollari ai democratici.

n.9) Michael Bloomberg (proprietario della Bloomberg LP): 19,3milioni di dollari ai democratici.

n.10) Jeffrey Yass (proprietario del Susquehanna International Group): 13milioni di dollari ai repubblicani.

n.12) Deborah Simon (figlia di Mel Simon, uomo d’affari): 12,5milioni di dollari ai democratici.

n.13) Henry Laufer (investitore): 11,8milioni di dollari ai democratici.

n.16) Joshua Bekenstein (co-presidente della società Bain): 11milioni di dollari ai democratici.

n.18) Bernard Marcus (co-fondatore di Home Depot): 9,7milioni di dollari ai repubblicani e 6.900 dollari ai democratici.

n.22) Paul Singer (fondatore della Elliott Management Corporation): 8,8milioni di dollari ai repubblicani.

n.23) Stephen Mandel (gestore di hedge fund): 8,8milioni di dollari ai democratici.

n.24) George Soros (imprenditore): 8,2milioni di dollari ai democratici.

n.25) Steve Ballmer (proprietario dei Los Angeles Clippers): 7,5milioni di dollari ai democratici.

Inoltre, pare che esista una «contorta pista di denaro che collega alcuni magnati ebrei americani con movimenti di estrema destra». Fra di essi figurano Jeffrey Yass (già al settimo posto della lista di Open Secrets) e l’esperto di finanza Arthur Dantchik, di cui non si sa molto.

Ma v’è di più, in quanto Yass e Dantchik non finanziano solamente la destra americana, ma anche il Kohelet Policy Forum, think tank fondato nel 2012 con sede a Gerusalemme, che, «con finanziamenti stranieri, sta cercando di trasformare Israele in uno Stato fondamentalista sotto le spoglie del liberalismo», ha spiegato Zehava Galon.


La lobby ebraica

Pertanto, la redazione di Open Secret, dopo aver rivelato molto coraggiosamente la lista sopracitata, si è spinta oltre, facendo luce sull’inquietante – e ancora poco conosciuta – realtà dei finanziamenti della lobby ebraica alle campagne elettorali del 2020.

«Ben finanziata e politicamente potente, la lobby pro-Israele è una forza importante negli affari esteri americani, che cerca di proseguire il sostegno militare ed economico dell’America allo Stato-nazione ebraico», ha dichiarato Open Secret. «La lobby ha avuto un recente successo politico con l’amministrazione Trump, che ha spostato l’ambasciata degli Stati Uniti in Israele dalla capitale riconosciuta a livello internazionale di Tel Aviv a Gerusalemme, una mossa a lungo auspicata da diversi membri della lobby filo-israeliana. In particolare, JStreet, uno dei più grandi gruppi pro-Israele, si è opposto a tale mossa. L’amministrazione […] ha adottato una linea dura sui colloqui di pace con Israele, parlando a malapena con i palestinesi e ponendo fine a tutti gli aiuti esteri alla Cisgiordania e a Gaza».

Per quanto riguarda i finanziamenti alle campagne elettorali del 2020, invece, essi hanno coinvolto i seguenti gruppi, che, come rammentò Benjamin Ginsberg nel libro The Fatal Embrace, esercitano un’influenza «cruciale» nella «vita economica, culturale, intellettuale e politica americana»:

1) Pro-Israel America: 215.580 dollari ai democratici e 154.700 dollari repubblicani.

2) J Street: 279.324 dollari ai democratici.

3) Republican Jewish Coalition: 103.706 dollari ai repubblicani.

4) NorPAC: 22.800 dollari ai democratici e 35.278 dollari ai repubblicani.

5) Desert Caucus: 30.000 dollari ai democratici e 20.000 dollari ai repubblicani.

6) US Israel PAC: 35.000 dollari ai repubblicani.

7) Joint Action Cmte for Political Affairs: 33.750 dollari ai democratici.

8) Louisianans for American Security: 22.500 dollari ai democratici e 7.900 dollari ai repubblicani.

9) Maryland Assn for Concerned Citizens: 25.000 dollari ai democratici e 2.500 dollari ai repubblicani.

10) Citizens Organized PAC: 20.000 dollari ai democratici e 5.000 dollari a repubblicani.

11) American Principles: 21.350 dollari ai repubblicani.

12) To Protect Our Heritage PAC: 12.800 ai democratici e 7.800 ai repubblicani.

13) Heartland PAC: 5.000 dollari ai democratici e 5.000 ai repubblicani.

14) Americans United in Support of Democracy: 4.500 dollari ai democratici e 1.500 ai repubblicani.

15) Grand Canyon State Caucus: 5.000 dollari ai democratici.

In sintesi, i repubblicani hanno ricevuto 955.174 dollari, mentre i democratici ben 3.830.209. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: per quale motivo alcuni gruppi della lobby ebraica, come ad esempio Pro-Israel America e NorPAC, hanno finanziato in maniera massiccia sia i repubblicani che i democratici?


Due facce della stessa medaglia

All’apparenza, finanziare contemporaneamente sia la destra che la sinistra potrebbe apparire bizzarro o illogico, ma in realtà corrisponde ad una precisa ed efficientissima strategia politica, le cui radici risalgono all’alba dei tempi.

I finanziamenti in simultanea della lobby ebraica ai repubblicani e ai democratici, ossia alla destra e alla sinistra, sono infatti indirizzati ad assicurare privilegi, “comprare” politici e tutelare a 360 gradi, indipendentemente dall’esito delle elezioni, tutti quegli interessi legati alla lobby. Qualunque sia il vincitore, essa può dirsi soddisfatta, poiché entrambi gli schieramenti – contrariamente a quanto si possa pensare – sono stati in sostanza “comprati”! Ecco perché repubblicani e democratici d’America rappresentano due facce della stessa medaglia: entrambi sono funzionali alla volontà della lobby ebraica e configurano uno strumento ad essa strettamente connesso nell’ambito della politica americana.


Joe Biden

Ma – come hanno dimostrato le cifre di Open Secrets – il politico «consacrato», nonché «comprato e pagato» più di ogni altro dalla lobby ebraica (e appoggiato anche dalla massoneria ebraica, la B’nai B’rith, la cui influenza è ben nota), è senza dubbio Joe Biden, che, non a caso, è considerato «l’uomo di Israele a Washington».

Gran parte dei finanziamenti ai democratici durante la campagna elettorale del 2020, infatti, sono stati eseguiti in virtù del passato filo-ebraico e filo-sionista di Joe Biden, ma anche per le “garanzie” avanzate da quest’ultimo verso la stessa lobby ebraica, la quale, nel tempo, ho trasformato Biden nel suo massimo rappresentante politico.

Durante un raduno all’American Institute of Architects di Washington, è lui stesso ad ammettere: «La verità è che l’eredità ebraica, la cultura ebraica, i valori ebraici sono una parte così essenziale di ciò che siamo, che è giusto dire che l’eredità ebraica è un’eredità americana. Il popolo ebraico ha contribuito notevolmente all’America. Nessun gruppo ha avuto un’influenza pro-capite così grande come tutti voi [ebrei]».


La nuova amministrazione

Tuttavia, non è un caso che Biden, in seguito alla vittoria alle elezioni del 2020, abbia nominato nella sua nuova amministrazione numerose personalità di origine ebraica.

Fra di essi figurano: Anthony Blinken, Segretario di Stato e intimo consigliere del Presidente; David Cohen, Vicedirettore della CIA al tempo di Obama, ora tornato al suo vecchio incarico; Merrick Garland, procuratore generale; Avril Haines, direttore dell’intelligence nazionale; Ronald Klain, capo del personale e aiutante di Biden da molti anni; Eric Lander, Direttore dell’Ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche; Rachel Levine, Vicesegretaria della Sanità, definita «una delle poche persone transgender che servono in posizioni elette o nominate a livello nazionale»; Alejandro Mayorkas, Segretario per la sicurezza interna; Anne Neuberger, Direttrice della sicurezza informatica della National Security Agency (NSA); Wendy Sherman, Vicesegretario di Stato; Janet Yellen, Segretaria al Tesoro.


Per concludere

Alla luce di quanto appena detto, è possibile affermare con certezza che (escluse le becere e antiquate teorie del “complotto ebraico” di antica memoria, oggi ormai tutte smentite) i ricchi magnati ebrei e la lobby ebraica d’America esercitano un potere reale sulla politica americana, influenzando – come abbiamo dimostrato nel presente scritto – sia la destra che la sinistra, ossia repubblicani e democratici.

Per dirla con Don Curzio Nitoglia, filosofo e scrittore molto prolifico, l’americanismo non è altro che «lo strumento del giudaismo liberale e filantropico-umanitario, il quale ha rimpiazzato la “fede” del giudaismo ortodosso con la “credenza umana” dell’ebraismo liberale». Ed esso non conosce resa.


Di Samuel Mandel

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