«In Italia un reato su tre è commesso da uno straniero». È allarme sociale

Un reato su tre in Italia è commesso da uno straniero. Gli ultimi dati del Viminale sulla sicurezza sono aggiornati al mese di ottobre. E dimostrano che, sul totale di denunce, l’incidenza di quelle rivolte a persone di origine straniera ha evidenziato un leggero incremento rispetto al 2020: ora è al 31% (l’anno precedente era al 30%), con i numeri che mutano in modo significativo in base al reato denunciato.

Nei primi sei mesi del 2021, oltre la metà delle persone segnalate risultava di origine straniera nel caso di furti con destrezza (59%), di furti negli esercizi commerciali (54%) e di rapine in pubblica via (52%): i reati, insomma, che creano maggiore allarme sociale. Il dato cala, ma resta comunque particolarmente elevato (perché la popolazione straniera residente in Italia rappresenta solo l’8,7% del totale) per le violenze sessuali (39%), per i reati di droga (36%) e di minacce o di percosse (25%). Fino a scendere sotto il 20% per omicidi volontari e colposi, truffe e frodi informatiche, riciclaggio e impiego di denaro sporco e delitti informatici.

Ad agosto è stato registrato anche un aumento degli scafisti trafficanti di essere umani arrestati: 147, il 25,6% in più rispetto allo stesso mese del 2020. La gran parte dei timonieri, però, riesce ancora a farla franca.

Al 24 dicembre gli scafisti sono riusciti a far sbarcare in Italia 64.632 immigrati: quasi il doppio rispetto al 2020 e quasi sei volte tanto quelli arrivati nel 2019 (11.439), anno in cui Luciana Lamorgese ha ereditato la guida del Viminale da Matteo Salvini a settembre, mese dal quale gli sbarchi sono accelerati.

I dati sono destinati a salire, perché bisogna sommare anche i passeggeri dei due “taxi del mare” arrivati a Natale: sabato a Pozzallo è approdata la Sea Eye 4 con 214 passeggeri; domenica a Trapani ha attraccato la Ocean Viking con i suoi 114 ospiti. In dirittura d’arrivo, poi, c’è la Geo Barents di Medici Senza Frontiere con 558 passeggeri e la Sea Watch 3 con 350. La prima si trova al largo della Sicilia orientale e pretende un porto, l’altra è ancora nella zona di ricerca e soccorso tra Libia e Malta. Mentre gli ultimi due scafisti sono stati arrestati il giorno di Natale a Leuca, arrivati a riva con un veliero che ospitava 72 passeggeri, quasi tutti minorenni. Vanno a ingrassare le fila della popolazione straniera detenuta.

Al 30 novembre, stando alle ultime statistiche elaborate dal DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il totale dei detenuti stranieri ammonta a 17.302, su una popolazione carceraria di 54.593 detenuti. I marocchini sono il 19,6% del totale, i rumeni il 12%, gli albanesi il 10,6, i tunisini il 10,3%. Seguono i nigeriani con il 7,9%. I dati sono stabili rispetto allo scorso anno. Anche se la presenza di detenuti stranieri negli istituti di pena italiani non è spalmata in modo uniforme. In alcuni penitenziari, infatti, a prescindere dalla loro grandezza, si registra una elevatissima presenza in termini assoluti o percentuali, mentre accade che in altre carceri si riduca a poche unità.

Le cinque regioni meridionali (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) più l’Abruzzo, per esempio, ospitano una percentuale di stranieri inferiore al 20%. È straniero un detenuto su due, invece, in Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, con la Toscana sempre al limite tra il 49% e il 50%.

In termini assoluti, le regioni con più presenza di detenuti stranieri sono la Lombardia (3.431), il Lazio (2.152), il Piemonte (1.645), la Toscana (1.570) e l’Emilia Romagna (1.521). Quelle con la minore presenza sono la Basilicata (42), la Valle d’Aosta (101), il Molise (105), l’Abruzzo (206) e il Friuli Venezia Giulia (249). Alcuni istituti di pena, poi, sembrano essere dedicati ai detenuti stranieri quasi in via esclusiva: le due case di reclusione sarde di “Arbus Is Arenas” e “Onani” contano rispettivamente il 78,5% e il 78,2% (dato ufficiale aggiornato al 31 gennaio 2021, ma dal DAP confermano che le variazioni sono minime) di ospiti non italiani.

Anche la tipologia del detenuto straniero è eterogenea rispetto a quello italiano: il 18,1% degli stranieri si trovava in carcere in attesa di primo giudizio. Mentre gli italiani in attesa di primo giudizio rappresentano il 15,4%. Il 16,1% degli stranieri si trova in carcere con una condanna non ancora definitiva, gli italiani nella stessa condizione sono invece il 14,7%.

Sul numero di condannati definitivi torna in testa l’Italia, con il 69,1%, contro il 65,3% di stranieri. I reati per i quali finiscono maggiormente dietro le sbarre gli stranieri, infine, sono principalmente quelli contro il patrimonio, quelli contro la persona e quelli per la violazione delle norme sugli stupefacenti.

Nonostante il moltiplicarsi di inchieste sulla mafia nigeriana e su quella albanese, però, resta molto basso il numero di reclusioni per associazione di stampo mafioso: si contano 250 detenuti stranieri ristretti con l’accusa di 416 bis a fronte di oltre 7.024 detenuti italiani. Ma non bisogna tralasciare che le indagini sulle mafie straniere presentano livelli di difficoltà molto elevati.

Inoltre, dopo il periodo di detenzione preventiva, a seguito delle ordinanze di custodia cautelare, molti stranieri si rendono irreperibili e vengono giudicati in contumacia. Quando si arriva alle condanne definitive, quindi, è impossibile portarli in carcere. Il numero di denunciati per 416 bis, infatti, è molto più alto.

Per la mafia nigeriana, per esempio, si contano 131 indagati nel 2018 e 251 nel 2019. Per quanto riguarda le pene inflitte, i detenuti stranieri che devono scontare da un mese a un anno rappresentano il 45,9% sul totale dei detenuti in carcere per la stessa pena. Mentre è straniero il 30,3% dei detenuti che deve scontare pene tra cinque e dieci anni. Il dato scende al 12,4% per quelli che scontano oltre vent’anni.

E, infine, gli ergastolani stranieri ammontano al 6,3% dell’intera popolazione carceraria italiana.


Di Fabio Amendolara (da: La Verità, 27/12/2021)

3 commenti

  • Weltanschauung88

    I tempi profetizzati da Jean Raspail sono arrivati.. Il futuro ha la pelle scura e puzza d’incenso e spezie..

  • Premesso che anche gli Italiani sono stati immigrati, la questione attuale non c’entra nulla con quella di “ieri”.. L’immigrato straniero di oggi che crede che l’Italia sia il Paese delle Meraviglie, ecco, si sbaglia di grosso! L’immigrato di oggi che calpesta il nostro suolo è un individuo che cerca di scappare dai doveri del suo Paese di origine per venire a fare i suoi porci comodi in un Paese dove tutto gli è dovuto. Grazie alla presentazione di queste cifre, di questi dati, veniamo a sapere che quasi la metà degli stranieri viene qua per delinquere e non per arricchire la Nazione. Quindi, l’unica soluzione per estirpare il problema alla radice è rispedirli a calci nel culo da dove provengono!

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