«Non saremo complici dell’attuale strage di innocenti. Basta vaccini “contaminati dall’aborto”»

Quasi novanta donne provenienti da tutto il mondo, tra cui l’ultracentenaria Wanda Półtawska, ex prigioniera di Ravensbrück, hanno lanciato un importante appello per sensibilizzare le persone e le istituzioni sull’uso dei vaccini anti Covid-19 «contaminati dall’aborto»

Nello stagno anti-cattolico della disinformazione mediatica pro-vax, il dibattito sul problema morale dei vaccini anti Covid-19 prodotti per mezzo di linee cellulari provenienti da feti umani abortiti è praticamente inesistente. Alcuni – come i Biologi per la Scienza o addirittura Focus – minimizzano tale pratica, adducendo che non vi è «nessuno scandalo», in quanto le aziende di vaccini utilizzano «delle linee cellulari che vengono impiegate regolarmente nella ricerca scientifica in tutto il mondo». Persino Papa Bergoglio, massima autorità religiosa riconosciuta nella Chiesa cattolica, non si è posto alcun problema etico: «Vaccinarsi è un obbligo morale», ha dichiarato. «I vaccini sono la soluzione più ragionevole per prevenire la malattia».

Dunque, il problema morale legato ai vaccini anti Covid-19 non sembra infastidire né la Chiesa cattolica, né i politici e le istituzioni. «A guardarsi attorno», scrive coraggiosamente Luisella Scrosati, autrice dell’opera L’idolatria dei vaccini, «bisognerebbe concludere che quello dei vaccini prodotti per mezzo di linee cellulari provenienti da feti abortiti sia un “non problema“. Non solo la maggior parte di coloro che hanno ricevuto almeno una dose dei vaccini attualmente a disposizione contro il Sars-CoV-2 non si è affatto posta il problema, ma anche tra coloro che ancora continuano a opporre strenua resistenza, il tema etico non sembra essere prioritario».

Solo una ristrettissima nicchia di cristiani, tuttavia, si è opposta a questa pratica del tutto immorale. L’8 marzo 2021, ad esempio, in occasione della Giornata internazionale della donna, un gruppo di quasi novanta donne provenienti da tutto il mondo (dagli Stati Uniti all’Europa fino in Asia) hanno lanciato un importante appello per sensibilizzare le persone e le istituzioni sull’uso dei vaccini anti Covid-19 «contaminati dall’aborto». Tra di esse, vi è l’ultracentenaria Wanda Półtawska, ex prigioniera di Ravensbrück, l’attivista Abby Johnson, la missionaria Suor Deirdre Byrne e molte altre attiviste pro-life, unite dalla stessa volontà di porre fine alla vaccinazione di massa non etica e immorale.

Di seguito – per dovere civico e religioso – riportiamo quindi l’intero appello in forma integrale. Buona lettura!


“LA VOCE DELLE DONNE IN DIFESA DEI BAMBINI NON NATI E IN OPPOSIZIONE AI VACCINI CONTAMINATI DALL’ABORTO”


L’aborto è la strage degli innocenti dei nostri tempi. Noi, come donne, desideriamo che il nostro grido femminile venga udito in tutto il mondo. Questa dichiarazione sgorga dalle profondità dei nostri cuori materni, consacrati nella difesa della causa della vita e al combattimento della “cultura della morte“. Per questo motivo, senza riserve, affermiamo: «Non saremo complici dell’attuale strage degli innocenti e pertanto ci rifiutiamo di accettare ogni vaccino che faccia uso di cellule derivate da feti umani abortiti».


L’origine dei tessuti fetali

Mettiamoci onestamente di fronte alla realtà dell’aborto. All’incirca una gravidanza su cinque nel mondo si conclude con un aborto; il che significa una stima di circa 40-50 milioni di aborti all’anno. Da quando il business dell’aborto è iniziato sul serio, fino a 2,5 miliardi di bambini non ancora nati sono stati trucidati nel grembo delle loro madri. Riflettiamo per un attimo su questa cifra e cerchiamo di comprendere questo abisso insondabile.

L’eccezionale crudele barbarie del XX secolo, con le sue due guerre mondiali e le sue più micidiali ideologie, nemmeno si avvicina all’immane grandezza di questo massacro mondiale degli esseri umani più indifesi di tutti. Come potremmo non tenere presente tutto questo quando riflettiamo minuziosamente sulla moralità dei vaccini realizzati a partire da cellule che derivano da feti umani abortiti?

Questo genocidio dei bambini non nati è impensabile nella sua entità, ma è ugualmente inconcepibile nella sua efferata brutalità: la modalità della loro uccisione è barbara oltre ogni immaginazione. Poniamo davanti ai nostri occhi alcuni dei metodi abortivi chirurgici prevalenti. Immaginiamo un bambino non nato alla nona settimana dopo il concepimento: può fare le capriole, fare le smorfie e deglutire. Per abortire questo bambino, un tubo cavo con una punta tagliente viene inserito nell’utero di sua madre e collegato ad un potente aspiratore, che lo riduce in piccoli pezzi che vengono aspirati in una bottiglia e gettati via.

Ora immaginiamo una bambina non ancora nata alla fine del terzo mese nell’utero di sua madre: può piangere silenziosamente, e talvolta lo fa, e può sentire dolore. Per abortire questa bambina non ancora nata, un paio di pinze vengono inserite nell’utero di sua madre per afferrare e torcere le sue ossa, fino a quando il suo corpo è totalmente smembrato, la sua spina dorsale molto probabilmente spezzata, e il suo cranio schiacciato mentre viene strappato dal corpo di sua madre.

Infine, immaginiamo un bambino non ancora nato a 20 settimane: può riconoscere la voce di sua madre. Per abortirlo, il medico inserisce un lungo ago nell’addome della madre e inietta una forte soluzione salina che lui inghiotte; il veleno corrosivo lo brucia dentro e fuori. Entro un giorno, la madre darà effettivamente alla luce il suo bambino morto o morente. Molti di questi bambini sono nati vivi, poi lasciati incustoditi a morire. Questa è una morte più crudele di quella dei bambini sacrificati nella Gehenna, la valle vicino a Gerusalemme dove gli antichi israeliti un tempo sacrificavano i propri figli, bruciandoli vivi nelle mani dell’idolo cananeo Moloch. Le fiamme dell’infanticidio li consumavano più rapidamente delle piccole vittime di oggi. Nelle mani di Moloch oggi fa un freddo glaciale: il bambino rabbrividisce fino a diventare silenzioso e immobile, steso in una pozza di sangue che si raffredda rapidamente. Un tempo avvolto al caldo nel grembo materno, giace ora senza vita in una stanza sterile, nudo dalla testa ai piedi, senza nessuno che lo pianga.


Il “frutto” della ricerca

Quasi come se il numero e la brutalità di questi aborti non fossero sufficienti, le parti del corpo dei bambini abortiti vengono ora raccolte a scopo di ricerca medica in una sorta di storia dell’orrore feticida dei giorni nostri. Gli abortisti hanno ammesso di modificare le procedure chirurgiche in modo da assicurare che alcune parti del corpo siano lasciate intatte e utilizzabili dai ricercatori. Immaginate lo stesso bambino, non bruciato dalla soluzione salina, ma consegnato vivo ad un orrore alla pari dei sacrifici umani degli Aztechi, che strappavano il cuore dei vinti mentre giacevano ansimanti sugli altari sacrificali. Dopo essere stato partorito, forse con un taglio cesareo, il bambino prova un dolore atroce quando l’abortista molto rapidamente gli taglia il rene – senza anestesia – in modo che il suo organo possa essere spedito durante la notte per tenerlo fresco per il ricercatore complice. Sapendo questo, come possiamo volentieri beneficiare del loro sacrificio usando un vaccino che ha utilizzato i corpi di questi bambini abortiti in qualsiasi punto del processo di produzione, non importa quanto tempo fa?

Eppure, alcuni sosterranno che questo male è alle nostre spalle, nei decenni passati, mentre altri sostengono che usare un vaccino contaminato dall’aborto è moralmente lecito perché la cooperazione nel male è “remota”. Ma queste posizioni riflettono la vera ampiezza e gravità della situazione? Il male di usare linee di cellule fetali abortite coinvolge non solo l’omicidio originale, ma la continua commercializzazione del corpo del bambino, così come il rifiuto finale di seppellire i suoi resti profanati.

Inoltre, l’uso di tessuto fetale abortito nello sviluppo di interventi medici alimenta e alimenterà sempre la ricerca di nuovo tessuto fetale abortito. Le linee cellulari fetali semplicemente non durano all’infinito, e i produttori di vaccini hanno un forte incentivo a creare nuove linee per abbinare quelle vecchie – scegliendo di sperimentare con bambini abortiti dello stesso sesso e più o meno della stessa età. Questo si è verificato più volte nei decenni passati, con la più recente linea di cellule fetali abortite sviluppata nel 2015. Inoltre, a causa della notevole mancanza di protesta per le linee cellulari, la ricerca biomedica con bambini abortiti si è ampliata negli ultimi decenni fino ad includere la raccolta e il traffico dei corpi di bambini non nati uccisi, per l’utilizzo in ricerche che normalmente sarebbero considerate non etiche da eseguire su un essere umano. Moloch non è mai soddisfatto.

Tutti questi mali sono solo perpetuati e promossi dall’accettazione passiva di un vaccino moralmente contaminato su una “base temporanea“. Riflettiamo sul fatto che il vaccino MMR, che è stato sviluppato nel 1971 ed è commercializzato dalla Merck, è stato sollecitato come un dovere morale a causa del suo potenziale di ridurre la sindrome della rosolia congenita (cosa che non riesce a fare). L’MMR contiene una componente della rosolia moralmente compromessa che ha richiesto quasi 100 aborti separati per essere sviluppata, e nonostante le dichiarazioni dei nostri prelati sul fatto che i cattolici che usano il vaccino devono opporsi al suo utilizzo in altri modi, è ancora in uso dopo 50 anni. Né le voci dei pastori, né quelle dei fedeli hanno soffocato la tacita approvazione data dalle loro azioni. Infatti, l’acquiescenza generale ai vaccini contaminati dall’aborto, in particolare da parte dei cristiani, ha solo contribuito alla “cultura della morte”. Non possiamo stare a guardare mentre l’uso di feti umani abortiti nella ricerca medica viene gradualmente normalizzato come una parte “sfortunata” della medicina contemporanea. È tempo che il clero e i laici affrontino coraggiosamente questo orrore e difendano il diritto alla vita per i più vulnerabili con “massima determinazione”. Questa emanazione maligna dell’aborto deve essere fermata!


Vaccini anti-Covid e tessuti fetali

Consideriamo ora il caso attuale dei vaccini Covid-19, molti dei quali utilizzano linee cellulari di feti abortiti, sia direttamente durante il processo di produzione che indirettamente attraverso i test. C’è chi sostiene che tale uso non è solo morale ma è un vero e proprio atto di carità verso il prossimo alla luce della gravità della pandemia. Suggeriamo umilmente che tali dichiarazioni, comprese alcune dichiarazioni ufficiali rilasciate da vescovi e persino dal Vaticano, sono basate su una valutazione incompleta della scienza della vaccinazione e dell’immunologia, e preghiamo tali sostenitori di rivalutare le loro dichiarazioni alla luce dei seguenti fatti:

1) I vaccini candidati che hanno usufruito di cellule fetali derivanti da aborti «solo durante i test» utilizzano le cellule HEK-293 [rene embrionale umano-293] come parte integrante dello sviluppo del loro vaccino mRNA e anche per confermare l’efficacia dell’mRNA, talvolta attraverso più di un tipo di test di conferma.

2) I vaccini in questione non sono stati rigorosamente testati per la loro efficacia nel prevenire l’infezione o la trasmissione del Sars-CoV-2, ma valutati invece per la riduzione della gravità dei sintomi in coloro che sviluppano «casi confermati» di Covid-19. Anche questa valutazione, di un modesto effetto protettivo, potrebbe risultare fortemente gonfiata.

3) Il tasso medio di sopravvivenza dall’infezione da Sars-CoV-2 è superiore al 98,3%, ed è improbabile che esso sia significativamente influenzato da vaccini con un’efficacia così scarsa.

4) Il vaccino ha una probabilità 5-10 volte maggiore di produrre reazioni avverse rispetto ai vaccini antinfluenzali, e causa 15-26 volte in più emicranie, stanchezza e vertigini (secondo i dati VAERS). Il vaccino ha inoltre causato reazioni gravi e numerosi decessi. I dati sulla sicurezza che sono stati raccolti sono insufficienti per determinare possibili effetti a lungo termine.

5) La natura sperimentale del vaccino fa in modo che sollecitare, costringere o obbligare le persone a prenderlo sia una violazione diretta della Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani.

Se presi insieme, tutti questi fattori dimostrano che le asserzioni che giustificano l’uso dei candidati vaccini Covid-19 contaminati dall’aborto non solo ignorano la gravità e l’immediatezza dei crimini commessi contro il nascituro, ma ignorano le prove scientifiche sulla malattia e l’inadeguatezza degli attuali candidati vaccinali e i loro rischi noti e sconosciuti.

In conclusione, come cristiani siamo chiamati ad avere lo stesso pensiero di Cristo e a unire i nostri cuori al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Pertanto, non collaboreremo a questo immenso culto infanticida. Non possiamo più offrire questo grano d’incenso a Moloch. È giunta l’ora di imitare i primi cristiani nella loro volontà di dare la vita per la Verità. Noi non saremo complici. È tempo di alzarsi in piedi!


Un commento

  • La razza giudaica sta dietro a questo piano sinistro. Non è possibile che la salute di migliaia di cittadini del Mondo debba essere messa a repentaglio per colpa di un’oscura natura millenaria…

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