«La spada è stata sguainata». Origini e prassi della “Siege Culture”, tra esoterismo e guerra razziale

Fondata sul concetto di “guerriglia rivoluzionaria” e sull’interpretazione più radicale e intransigente del nazionalsocialismo esoterico , la “Siege Culture” fa appello a quella parte dell’uomo considerata metafisica, animica, delineando un futuro distopico che, a conti fatti, non appare poi così lontano

In seguito alla traduzione in diverse lingue europee (tra cui l’italiano) dell’opera I diari di Turner di William Luther Pierce, definito uno scritto «maledetto» o addirittura «il libro più pericoloso dell’epoca contemporanea», sta emergendo anche qui in Europa – per ora solo nell’underground nazionalsocialista più nascosto e radicale del web – la famigerata “Siege Culture” (o “Siegekultur“).

Sono sempre più numerosi, infatti, i giovani rivoluzionari italiani ed europei che – in maniera più o meno esplicita – si rifanno a questa “Cultura dell’Assedio“, nata dagli scritti dell’intellettuale americano James Nolan Mason, ideologo del circuito Atomwaffen Division e delle sue propaggini internazionali. Ma cosa significa, in realtà, “Siege Culture”? Quali sono i suoi principi e i suoi fondamenti principali? Ma, soprattutto, chi è James Nolan Mason?


Le origini

Classe 1952, Mason si unisce alla sezione giovanile dell’American Nazi Party (ANP) all’età di quattordici anni, conoscendo in adolescenza il Mein Kampf e la dottrina esoterica nazionalsocialista, considerata nell’ambiente «l’unica fonte di saggezza». Dopo una lunga militanza, nel 1976 si unisce al National-Socialist Liberation Front (NSLF), storico partito fondato dal rivoluzionario italo-americano Joseph Tommasi, assumendo – quattro anni dopo – la direzione della loro newsletter, “Siege” (“Assedio“).

Rifacendosi ai precedenti scritti di Tommasi e ai Diari di Turner, Mason comincia così a dare sfogo alle sue idee e ai suoi principi estremi e distopici, delineando negli anni una Weltanschauung combattentistica in grado di coniugare insieme le vecchie intuizioni di “guerriglia rivoluzionaria” di Pierce e Tommasi coi postulati spirituali e metafisici del nazionalsocialismo esoterico. Nel 1982 fonda l’Universal Order, continuando però a mantenere attiva la newsletter “Siege“, che nel frattempo aveva superato le frontiere a stelle e strisce per raggiungere decine di lettori e simpatizzanti in Europa e in Australia.

Ben presto, “Siege” attira anche l’attenzione del musicista ed editore Michael J. Moynihan (noto per aver scritto, con Didrik Soderlind, l’opera controversa Lord of Chaos), il quale propone a Mason di trasformare “Siege” in un vero e proprio libro. Mason accetta e, nel 1992, esce ufficialmente l’opera Siege. The collected writings of James Mason, che sarà «un successo immediato».

L’opera, infatti, come ricorda il militante Texas Pete sul blog American Futurist, diviene popolare non solo «fra le persone di fede nazionalsocialista, ma anche tra i circoli satanici, i sostenitori di Charles Manson e altre nicchie marginali in America [e nel mondo]». Una di esse, è rappresentata dal famigerato web-forum Iron March (fondato nel 2011 da Alexander Slavros), i cui membri nel tempo hanno innalzato Siege a opera di culto, creando una vera e propria “sottocultura” basata sulla guerriglia rivoluzionaria – divenuta “White Jihad“- e sulla dottrina magico-esoterica del nazionalsocialismo, considerata da alcuni una vera e propria «religione». Il Southern Poverty Law Center, organizzazione impegnata nella tutela dei diritti civili e nella lotta al razzismo e all’antisemitismo, arriverà persino a definire il libro di Mason un «classico di culto neonazista».

La “Via del Lupo”

Col tempo, però, alcuni membri di Iron March – i più radicali e coerenti con sé stessi – non si accontentano più di discutere fra “camerati” davanti ad un computer o al cellulare, ma desiderano passare all’azione: mettere in atto, cioè, tutto ciò che è stato teorizzato da Mason in Siege. Nascono così, tra il 2013 e il 2016, i gruppi Atomwaffen Division (USA), National Action (Regno Unito) e Antipodean Resistence (Australia), tutti accomunati dal desiderio di abbattere il sistema democratico e garantire, sotto il simbolo della croce uncinata, un miglior avvenire per tutti i popoli bianchi, considerati «gli unici capaci di grandezza».

Grazie all’operato di questi gruppi, definiti dai media americani hate groups (ossia “gruppi dell’odio”), la cosiddetta Siege Culture subisce una sorta di “dilatazione dottrinale”, che gli permette di assorbire nel tempo nuovi elementi culturali e ideologici, tra cui il futurismo, la spiritualità New Age e buona parte della dottrina accelerazionista, nota per voler condurre l’attuale capitalismo «oltre i suoi limiti» e portare la società al collasso, per poi ricostruirla da zero, in ottica anti-capitalista.

Questa “dilatazione dottrinale”, in corso ancora oggi, ha prodotto nel tempo una sorta di “prassi spirituale-rivoluzionaria“, che, basata in gran parte sulla reinterpretazione della jihad islamica in ottica nazionalsocialista e sul “concetto del ribelle” elaborato dal filosofo Ernst Jünger, configura la dottrina dell’azione della Siege Culture in due fasi distinte, riproducendo – come dichiara il militante Bones Kavanagh – «l’archetipo del guerriero» o, più semplicemente, la “Via del lupo” (The Way of the Wolf).


Fase I

La fase I, in sintesi, è rappresentata dal cosiddetto “passaggio al bosco” (tanto per usare le parole di Jünger). Questo stadio, strettamente legato al lato metafisico e iniziatico della Siege Culture, implica il ritiro dalla società dell’aspirante rivoluzionario e – come spiega l’intellettuale Vincet Snyder – «può essere correttamente descritto solamente come la rimozione di noi stessi dall’equazione del Sistema su una base pratica e spirituale».

Tale «rimozione», prosegue Snyder, deve necessariamente provocare una «spinta all’auto-miglioramento», una sorta di «auto-iniziazione» in grado di liberare il ribelle dai «vincoli imposti dal Demiurgo Sistematico» ed estinguere, attraverso un «totale distacco» e un «totale abbandono», tutte «le limitazioni per la nostra ascensione Celeste».

«Immagina di buttare via tutti i tuoi dati personali, di buttare via tutte le tue distrazioni e di allontanarti dai social-media per perseguire il miglioramento personale», ha dichiarato Kavanagh. «Per alcuni è una ricerca difficile, ma per altri è una decisione sana e forse la migliore che abbiano mai fatto».

Lo stesso Ernst Jünger, nel suo Trattato del ribelle (1951), definisce il bosco «la grande casa della morte», e dichiara che esso, quasi come una vera e propria iniziazione alchemica, «fa morire e risorgere simbolicamente» il ribelle. «La grande esperienza del bosco è l’incontro con il proprio io, con il nucleo inviolabile, l’essenza di cui si nutre il fenomeno temporale e individuale», ha dichiarato il filosofo. «Qui i contorni mutano: diventano più spirituali e più liberi, ma anche i pericoli diventano più netti. […] L’uomo che riesce a penetrare nelle segrete dell’essere, anche solo per un fuggevole istante, acquisterà sicurezza: l’ordine temporale non soltanto perderà il suo aspetto minaccioso, ma gli apparirà dotato di senso».

Per raggiungere questo “stato” – spiega Kavanagh – è necessario liberarsi dal «materialismo che ci distrugge» e, soprattutto, «viaggiare attraverso il piano astrale», una sorta di limbo situato tra il mondo dello spirito e quello terrestre, dove è possibile – secondo Kavanagh – «abbracciare spontaneamente ciò che è il nazionalsocialismo», oltre a perfezionare le tecniche di «miglioramento personale» e la propria «autodisciplina».


Fase II

Una volta terminata la fase I, considerata da Snyder una «guerra spirituale», ha inizio la fase II, ossia la vera e propria guerra “materiale” contro il Sistema, definita da Jünger «guerra civile planetaria».

Questa fase – prosegue Snyder – ha inizio appena il ribelle, dopo aver riscoperto le proprie «capacità magiche», diviene uno degli «Eletti», cioè un «profeta» della Siege Culture. Tale svolta, seguita da una «dichiarazione di guerra spirituale contro il mondo», rappresenta la vera e propria iniziazione del ribelle: il passaggio, cioè, da semplice rivoluzionario a “essere divino”, da uomo a uomo-Dio.

In questo contesto, la fase II rappresenta quindi l’inizio delle ostilità contro il Sistema, l’inizio della lotta ad oltranza contro il Demiurgo, il battesimo del fuoco dopo il lungo percorso spirituale e metafisico condotto “nel bosco”, all’ombra dei Kalashnikov. «La spada è stata sguainata, non si torna indietro», ha dichiarato a tal proposito Snyder. «In nome dell’Assedio spazziamo via l’Oscurità e portiamo avanti ciò che è stato tentato ma è fallito in passato».


Conflitto fra razze

La fase II, stando ai testi di Mason, ha inoltre lo scopo di provocare, sul modello dei Diari di Turner, un conflitto fra razze di portata planetaria (il cosiddetto boogaloo) in grado di imporre la supremazia dell’uomo bianco e affermare nel mondo gli eterni ideali della croce uncinata. La “Via del Lupo”, da questa prospettiva, diviene quindi un grimaldello teozoologico per scardinare, attraverso la guerriglia rivoluzionaria, l’intero sistema liberal-democratico – responsabile dell’avvento del multiculturalismo e della morale cosmopolita – e garantire un degno futuro ai bambini e alle donne bianche.

«Il rivoluzionario non fa la guerra solo al Sistema, ma anche a sé stesso», ha dichiarato Kavanagh. «Detto ciò, non solo [è necessario] prepararsi mentalmente al collasso sociale, ma anche spingere fisicamente al limite la propria nave e prepararsi alla guerra [fra razze]. In pratica, imparare la “Via del lupo” significa vivere come lupi tra i maiali e le pecore».

AWD-Ucraina

Come già accennato sopra, tuttavia, uno dei gruppi pionieristici e maggiormente rappresentativi della Siege Culture è senza dubbio l’organizzazione paramilitare Atomwaffen Division (AWD), fondata nel 2013 dall’americano Brandon Russell, considerato oggi «uno dei più grandi nazionalsocialisti viventi».

Tale organizzazione, divenuta modello per molti altri gruppi legati alla Siege Culture in America e nel mondo (come la Sonnenkrieg Division, la Feuerkrieg Division e The Base), è stata sciolta nel 2020 a causa di svariati problemi giudiziari, per poi riemergere in Ucraina due anni dopo, in occasione della «guerra santa» contro la Russia di Putin. Stando alle immagini pubblicate sul canale Telegram di Atomwaffen Division Ucraina, pare infatti che diversi soldati del Battaglione Azov, il cui legame con la Siege Culture, benché sconosciuto ai più, è ormai di pubblico dominio, abbiano aderito al circuito AWD in seguito all’entrata delle truppe russe nel territorio ucraino, al fine di difendere il paese dalle forze occupanti “neo-bolsceviche” e avviare una “rivoluzione bianca“.

Di conseguenza, il conflitto è divenuto per l’Atomwaffen Division l’occasione perfetta per sperimentare i benefici e le virtù divine guadagnate attraverso il “passaggio al bosco” e, nello stesso tempo, contemplare quel lato spirituale ed interiore della guerra tanto ostentato da Jünger nelle sue opere letterarie. I combattimenti in Ucraina – con tutta la loro drammaticità – appaiono quindi come una sorta di trampolino di lancio verso il grande boogaloo, la guerra fra razze che, secondo AWD, dovrà necessariamente condurre alla supremazia indoeuropea in Europa e nel mondo, a danno dei cosiddetti untermenschen. «Nessuna tessera associativa, nessuna registrazione in tribunale, nessuna quota mensile», ha dichiarato Snyder. «Questa è la Guerra Invisibile, che può essere combattuta solo attraverso la Guerra spirituale».


Conclusione

Per concludere, possiamo dunque definire la Siege Culture (e tutto l’universo ad essa connesso) una sottocultura iniziatica di matrice nazionalsocialista finalizzata all’abbattimento del Sistema liberal-democratico attraverso la guerriglia rivoluzionaria. Essa non rappresenta una moda astratta o una tendenza giovanile del momento, ma una Weltanschauung nazi-accelerazionista” del tutto coerente col passato e degna erede del nazionalsocialismo archetipico di Thule. Abbracciare la Siege Culture, significa quindi abbracciare l’hitlerismo in toto, senza compromessi o tentennamenti, senza timori o affanni, con tutti i rischi che ne seguono. «Compito del ribelle è definire la misura di una libertà che sia valida per un’epoca futura», ha dichiarato Jünger. «Dal singolo ci si aspetta dunque una prova di grande coraggio».


Di Amedeo Cavazzoni

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