Guerra Israele-Palestina. Intervista esclusiva ad un ex militante palestinese. La verità che non leggi sui giornali

Nell’immaginario collettivo, la guerra in Israele e Palestina – scoppiata il 7 ottobre – è frutto del terrorismo islamico, ma in realtà non c’è nulla di più falso; le vere origini del conflitto vanno infatti ricercate nello Stato di apartheid che Israele ha imposta da anni al popolo palestinese

In seguito all’inizio dell’operazione “Tempesta al-Aqsa” (7 ottobre) da parte delle forze palestinesi, i giornali di mezzo mondo – anziché parlare di una guerra legittima, provocata da decenni di soprusi e violenze – hanno subito puntato il dito contro il popolo palestinese, etichettandolo come un popolo violento e terrorista, che – negli anni – non ha mai voluto raggiungere alcun compromesso con lo Stato israeliano. Ma è davvero così, o siamo dinanzi alla solita propaganda sionista?

Per rispondere a tale domanda e comprendere la reale situazione del popolo palestinese (considerato da Moni Ovadia «il popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra»), abbiamo interpellato Fahed, un giovane palestinese della provincia di Bologna con alle spalle quasi un anno di militanza nella famigerata Fossa dei Leoni, organizzazione militante paramilitare attiva soprattutto nella Cisgiordania occupata ed oggi protagonista, insieme ad Hamas ed altri movimenti e partiti palestinesi, della “Tempesta al-Aqsa”, l’offensiva su vasta scala contro lo Stato ebraico. Buona lettura!

Innanzitutto, grazie per aver accettato questa intervista. Cosa ci fai a Bologna?

– Abito a Bologna da anni, insieme a mio padre, mia madre e le mie due sorelle, anche se le nostre origini si trovano a Nablus, nella Cisgiordania occupata dalle forze sioniste. In Palestina non c’è alcuna prospettiva di vita, così ci siamo trasferiti qui [a Bologna] dai miei zii quando io avevo appena otto anni, nel 2005. Ma tornai in Palestina nel luglio 2022, per entrare nella Fossa dei Leoni, nella quale militavano, in ottica antisionista, diversi miei amici d’infanzia, molti dei quali oggi non ci sono più, ma si godono le delizie del paradiso. Nel febbraio del 2023, a causa della morte di diversi leader della Fossa dei Leoni per mano dell’IDF [Forze di Difesa Israeliane], sono tornato in Italia. Il clima era cambiato. Era troppo pericoloso stare lì… Oggi invece il gruppo è di nuovo attivo e, da quello che ho saputo, sta persino partecipando attivamente affianco ad Hamas all’operazione “Tempesta al-Aqsa”. Quanto vorrei essere lì… Il capo militare di Hamas, Mohammed Deif, ha definito questi giorni una vera e propria «rivoluzione». Per noi musulmani palestinesi è molto importante parteciparvi…

Cosa ne pensi di tale operazione?

– Penso che sia pienamente legittima. Ormai è da decenni che il popolo palestinese subisce a testa bassa la tirannia dello Stato sionista, il quale ha occupato l’intera Palestina, facendo del popolo palestinese un popolo senza cittadinanza e senza patria. La stessa missione iraniana presso le Nazioni Unite ha dichiarato esplicitamente che l’operazione “Tempesta al-Aqsa” rappresenta «una difesa del tutto legittima contro sette decenni di occupazione oppressiva e crimini efferati commessi dall’illegittimo regime sionista». E dello stesso parere sono i turchi, i siriani e, soprattutto, gli iraniani e i libanesi, che ci stanno aiutando in questa jihad contro lo Stato sionista.

Sai dirmi qualcosa sul coinvolgimento dell’Iran?

– Gli iraniani sono dalla nostra parte, come i turchi ed Hezbollah [Libano]. Nessuno ne ha mai fatto mistero. Per quanto riguarda l’operazione [“Tempesta al-Aqsa”], gli iraniani ci hanno dato un grande sostegno; ma chi ha combattuto e continua a combattere sul campo di battaglia sono i palestinesi, non gli iraniani. Il popolo palestinese è stufo di stare sottomesso alla supremazia ebraico-sionista… C’è un limite a tutto. Per questo in Palestina si è creato un “asse di guerra” fra i vari partiti, che comprende non solo Hamas e il Movimento per la Jihad Islamica, ma anche il Fronte Popolare, il Fronte democratico e la Fossa dei Leoni: tutti uniti in un’unica “falange” antisionista, in grado di ridare dignità al popolo palestinese. Ci siamo stancati di tenere sempre la testa bassa e sopportare ogni male possibile. È arrivato il momento di dire basta!

Con l’operazione “Tempesta al-Aqsa” cosa auspicate di raggiungere?

– Come ho già detto, Mohammed Deif (capo militare di Hamas) ha parlato di «rivoluzione», dichiarando che «non esiste soluzione alla questione palestinese se non nella guerra santa». E se essa è davvero una rivoluzione, allora la Palestina – almeno in parte – sarà alla fine libera da qualsiasi giogo sionista.

In seguito agli inizi dell’operazione “Tempesta al-Aqsa”, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha subito dichiarato guerra alla Palestina, asserendo che, dopo il conflitto, Hamas e la resistenza palestinese saranno solamente un triste ricordo del passato. Hai qualcosa da dire a riguardo?

– Da decenni gli ebrei dicono di volerci sterminare. A tal proposito, vorrei riportare il discorso del Ministro degli Esteri palestinese, tenuto in seguito alle affermazioni del Ministro Netanyahu: «La dichiarazione di guerra da parte di Israele – la potenza occupante – contro una popolazione civile che ha occupato e oppresso illegalmente e con la forza per decenni, è la continuazione della sua storia di criminalità e impunità. […] Israele ha usato illegalmente la forza e la minaccia della forza, la confisca delle terre, le persecuzioni, le punizioni collettive e le rappresaglie per negare al popolo palestinese i suoi diritti fondamentali e per perseguire l’obiettivo comune di sfollare e sostituire il popolo palestinese, in violazione del suo diritto all’autodeterminazione e di altre norme perentorie del diritto internazionale. […] Alla luce della guerra aperta dichiarata da Israele contro il popolo palestinese a Gaza e della situazione critica e in continuo peggioramento del popolo palestinese sotto l’occupazione coloniale e il regime di apartheid di Israele nel resto dei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, la comunità internazionale deve intervenire immediatamente e fornire protezione internazionale al popolo palestinese e porre fine alla barbara campagna di morte e distruzione di Israele. […] Il popolo palestinese continuerà a difendere sé stesso, le proprie case e il proprio diritto fondamentale a vivere in libertà e dignità, libero dall’occupazione, dall’apartheid e dalla persecuzione».

Dunque, le responsabilità della guerra appartengono soltanto ad Israele

– Certamente. Anche alcuni giornali sionisti hanno dovuto ammetterlo. Haaretz, ad esempio, ha dichiarato esplicitamente che «il disastro che si è abbattuto su Israele durante la festività di Simchat Torah è chiaramente responsabilità di una sola persona: Benjamin Netanyahu». La nostra, come ho già detto, è stata una reazione a decenni di crimini e ingiustizie da parte dell’occupante sionista. Da anni chiediamo di avere la nostra autodeterminazione, e nessuno ci ha mai ascoltato. Inoltre, ora siamo molto preoccupati per l’avvicinamento di Riad a Tel Aviv… Non vogliamo la guerra, ma la libertà… Non l’avete ancora capito?

Tornerai in Palestina?

– Forse, chi lo sa?


Di Javier André Ziosi

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