«Dio ci ha reso liberi attraverso l’azione». Discorso politicamente scorretto di Julius Streicher

Mentre Adolf Hitler era tenuto prigioniero nella fortezza di Landsberg am Lech, il partito nazionalsocialista, costruito con enormi sacrifici, sembrava sgretolarsi. Gli animi deboli e timorosi si erano tirati indietro. Gli altri membri del partito, poiché mancava la guida unitaria, entrarono politicamente in conflitto fra loro. Uno dei pochi che portò avanti il suo lavoro secondo lo spirito del Führer fu Julius Streicher, che, insieme ad Alfred Rosenberg, fondò – il 1° gennaio 1924 – la “GroßdeutscheVolksgemeinschaft”. Sotto questo nome non solo riconquistò i vecchi camerati di partito, ma ne guadagnò anche di nuovi. Giorno dopo giorno, Julius Streicher parlò nelle città e nei villaggi della Franconia. Di questo periodo è degno di nota il discorso che Streicher pronunciò il 17 settembre 1924 a Bamberga (la roccaforte del Bayerische Volkspartei), che riproponiamo qui a titolo di studio. Buona lettura!

Volksgenossen, e Volksgenossinen tedeschi! Nel 1899, l’ebreo Konrad Alberti scriveva sulla rivista ‘Gesellschaft’ le seguenti parole: «Chiunque osi opporsi alla cricca giudaica, questa cercherà inevitabilmente di schiacciarlo con brutalità!». Che cosa significhi, l’ho sperimentato in prima persona. Da quando ho iniziato la mia battaglia contro il giudaismo e la massoneria, sono stato calunniato, deriso e perseguitato. Solo una cosa mi conforta: storicamente a tutti coloro che hanno combattuto la stessa battaglia è andata allo stesso modo. Quando attacco la massoneria, si cerca di convincermi che devo distinguere fra massoneria internazionale e massoneria tedesca. Che non mi si venga con tali argomentazioni! La cosiddetta massoneria tedesca, come quella internazionale, è uno strumento dell’ebreo per il conseguimento dei suoi obiettivi. Se poi mi si replica che gli ebrei non sono ammessi nelle logge tedesche, rispondo che un ebreo ha bisogno solamente di lasciarsi battezzare per poterne diventare membro. Conosco abbastanza ebrei che si sono lasciati battezzare al solo scopo di poter corrompere il cristianesimo! I preti, però, non vogliono ammetterlo! Vedono solo il “povero ebreo perseguitato”, cui si deve prodigare amore per il prossimo. Quanti falsi “apostoli” che perseguono scopi ebraici, esistono invero nel cristianesimo?! Che cosa direbbe Gesù Cristo se oggi fosse qui e vedesse l’amicizia particolarmente cordiale dei suoi sacerdoti con l’ebreo?! Chissà se non verrà il momento in cui non si potrà più nemmeno dire che Cristo fu crocefisso dagli ebrei?! Miei Volksgenossen: così come la massoneria tedesca, io combatto altresì i cosiddetti partiti degli “ebrei puri”. L’ebreo Georg Bernhard, sulla ‘Vossische Zeitung’, scrisse: «Tutti i partiti prendono i loro punti programmatici da noi [ebrei]!». L’ebreo ha saputo affermarsi ovunque, e lo stupido tedesco, che guarda solo alle apparenze, è stato ingannato. Un ebreo ha bisogno solamente di ricevere il battesimo cattolico per essere accolto a braccia aperte dal Bayerische Volkspartei.

Miei Volksgenossen! L’ebreo rimane ebreo – che sia battezzato o meno – proprio come un’aringa rimane un’aringa, anche se viene messa a bagno! L’ebreo ha caratteristiche razziali che lo differenziano dall’uomo tedesco. Questo fatto non è negato nemmeno dagli ebrei. L’ebreo Chain Bückeburg, nel suo libro ‘I bagni di Lucca’, scrisse: «Questi lunghi nasi sono una specie di livrea, dalla quale il Dio-Re Geova riconosce le antiche guardie del corpo». Non il battesimo, bensì la questione razziale è la chiave della storia mondiale!

Sopra l’entrata del Palazzo del Reichstag, a Berlino, c’è la scritta “Al popolo tedesco“. Oggi si dovrebbe invece leggervi: “Al popolo ebraico“. In questo parlamento si rappresentano solo gli interessi ebraici. Il tedesco è divenuto servo e l’ebreo sovrano. Questo è ciò che ci hanno portato i signori del 9 novembre 1918! Quando il Reich è stato distrutto, il socialdemocratico Scheidemann gridò a tutto il mondo: «Il popolo tedesco ha vinto su tutta la linea!». Miei Volksgenossen: dove vedete oggi qualcosa di simile ad una vittoria? Tu, operaio! Tu, funzionario! Tu, contadino! Siete oggi più ricchi e più felici?! No! Non è stato il popolo tedesco a vincere, ma il capitalismo internazionale, l’ebreo internazionale. Il popolo tedesco, invece, è stato ingannato su tutta la linea. Ma affinché il popolo non apra gli occhi si genera al suo interno l’odio contro il capitale nazionale. Non sono i piccoli imprenditori e i dirigenti, contro i quali si istiga il lavoratore, ad essere i colpevoli. Questi sono essi stessi lavoratori e bene o male devono guadagnarsi da vivere. I veri colpevoli sono gli azionisti e i banchieri ebrei, che non lavorano e per i quali lavora il vostro denaro! Perché non parlate di capitale ebraico? Perché inveite contro Krupp, mentre invece però tacete riguardo ai Rothschild? Non è un Krupp, che in decenni di duro lavoro ha creato un’opera monumentale, ad essere un capitalista, ma un Rothschild, che solo grazie agli interessi e agli interessi sugli interessi, è giunto ad accumulare una fortuna immensa!

Miei cari Volksgenossen! Se oggi ci troviamo in una situazione così terribile, è perché i nostri uomini di governo, consciamente o inconsciamente, hanno miseramente fallito. Soprattutto in Baviera sono i signori del Bayerische Volkspartei a non essersi preoccupati affatto del benessere del popolo. Passeggiano con la “religione nel cappuccio”, perché credono che possa essere rubata a loro. Servono una cricca clericale e lasciano che il popolo soccomba. Si sono assicurati posti ben remunerati, mentre a noi, invece, ci hanno lasciato nella povertà e nella disperazione. Ciononostante, hanno ancora oggi la sfrontatezza di parlare di socialismo.

Vorrei fare solamente un esempio: quando fu discusso il piano Dawes furono specialmente i socialdemocratici e il Bayerische Volkspartei che votarono per l’accettazione di questo “patto” ignominioso, pur sapendo che con esso sarebbero stati imposti al popolo tedesco i più pesanti sacrifici e le più pesanti oppressioni. Che cosa ci ha portato “l’esperienza Dawes”? 1) Un prestito che per noi non significa altro che nuovi debiti, che devono essere faticosamente pagati; 2) Una delle banche che può sfruttare il popolo con l’autorità del truffatore internazionale; 3) Una quantità di commissioni internazionali che curiosano in ogni angolo e che molestano il popolo a proprio piacimento; 4) Il furto delle ferrovie tedesche.

Attraverso queste misure, sarà decisa in futuro la politica della Germania. Naturalmente, nelle ferrovie Dawes la gestione sarà internazionale; il lavoro, però, sarà compito degli schiavi salariati tedeschi. Attraverso il piano Dawes, la Germania diviene il libero campo d’azione degli ebrei e dei servi degli ebrei internazionali. Ma se ci domandassimo il motivo di questa sciagura, dovremmo allora dire che la questione razziale è la chiave della storia mondiale. Ci sorprendiamo ancora che ciò sia avvenuto, quando il grande Ministro degli Esteri Stresemann è il marito dell’ebrea Kleefeld? E questo la dice lunga! E come è andata alla Conferenza di Londra? Coloro che erano lì seduti insieme – e deliberavano – erano esclusivamente ebrei e massoni. Un risveglio politico nazionale sembrerebbe quindi impossibile. Pertanto, un risveglio popolare che spazzi via questo sistema criminale parrebbe solo un sogno.

Eppure, io non perdo la speranza! In ogni essere umano, soprattutto nel lavoratore vive ancora una scintilla di amor patrio che deve essere solamente alimentata per diventare fuoco. Se ci riusciremo, allora giungerà il giorno della libertà tedesca. Oggi, tuttavia, in Germania si adora ancora il Vitello d’Oro. Però noi sappiamo che non è il denaro che dà all’uomo la forza, ma solo la fede nell’ideale più grande ed eterno. Oggi siamo di fronte alla triste realtà che il popolo, un tempo di poeti e pensatori, è posseduto dal diavolo del comunismo. Oggi vediamo chiaramente le mete che il giudaismo mondiale cerca di raggiungere con l’aiuto del socialismo e della massoneria. Sappiamo che il giudaismo cerca di ottenere il dominio mondiale, conformemente al comandamento del Dio ebraico Yahweh: «Divorerai tutti i popoli della terra». Dalle umili origini, il giudaismo si è sviluppato in Germania secondo un sistema criminale, come fattore di potere. Prima della guerra, fu il Kaiser filo-giudeo Guglielmo II che, nonostante l’avvertimento di Bismark, tollerò gli ebrei nella sua cerchia. Durante e dopo la guerra, il giudaismo si è apertamente rivelato quale criminalità organizzata. Quante volte ne aveva parlato il grande storico Mommsen?! Quando, dopo il crollo, partendo dal vecchio spirito del fronte, nacque il movimento Völkisch, l’ebreo cercò di schiacciarlo con ogni mezzo. Un rabbino di Vienna ha dichiarato: «Quando viene creato un nuovo movimento, entraci [ebreo] e cerca di ottenervi influenza». Sebbene nel movimento Völkisch non si ammettessero ebrei, si riceveva tuttavia denaro e si creavano legami con persone che distruggevano e tradivano il movimento nello spirito di Giuda.

Ma tra noi è diverso! Quando Adolf Hitler era in prigione a Landsberg am Lech e gli fu presentata la lista dei candidati alle elezioni, dichiarò: «Non mi assumo alcuna responsabilità per candidati che, in parte, mi sono sconosciuti». Adolf Hitler sapeva quello che stava dicendo. Miei Volksgenossen: se vi è una salvezza per la Germania, allora è solamente attraverso la nostra idea e attraverso il nostro Führer Adolf Hitler! La Germania sarà liberata solo se prima sarà resa libera dagli ebrei. Il nostro movimento, consacrato dal sangue del 9 novembre 1923, procederà fermamente verso la sua meta! Noi vogliamo lavorare e soffrire fino a che non arriverà il giorno in cui potremo esultare: Dio ci ha reso liberi attraverso l’azione! Volksgenossen, chiudiamo la serata con un canto – non con l’inno tedesco profanato dal marxista Ebert, che torneremo nuovamente ad intonare soltanto quando la Germania sarà divenuta unita, forte e libera – ma con il nostro inno di battaglia: «Hakenkreuz am Stahlhelm»…


Di Julius Streicher

Un commento

  • Streicher: ucciso a Norimberga per reato d’opinione. La sua unica colpa: essersi opposto all’ebraismo. Non firmò le leggi razziali, non contribuì alle leggi di guerra, e negli ultimi anni rimase appartato in campagna senza occuparsi di questioni politiche. La sua colpa, in sostanza, fu quella di opporsi all’ebraismo e alla massoneria attraverso libri, discorsi e giornali, nulla di più. Rileggere le sue parole a distanza di così tanto tempo fa quasi commuovere. Un grande uomo, assassinato a causa di un ideale.

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