Russia-Ucraina: guerra “massonica”? Una prospettiva inedita sul potenziale conflitto

L’Ucraina è un campo di battaglia: da una parte, la massoneria occidentale, europeista e liberale; dall’altra, le logge massoniche russe, che aspirano alla creazione di una “Grande Eurasia” dominata dal carisma di Vladimir Putin e dalla Quarta Teoria Politica

Nelle ultime settimane si parla spesso di un potenziale conflitto in Ucraina fra Russia e Stati Uniti, il quale potrebbe addirittura espandersi in tutta Europa, dato che, secondo numerosi analisti, rappresenta a tutti gli effetti «la più grande crisi nei legami Est-Ovest dalla Guerra Fredda». Ma quali sono le origini di tali tensioni? Che responsabilità ha la massoneria?

Per rispondere alle suddette domande è necessario ritornare a novembre 2013, anno in cui il presidente ucraino filo-russo Viktor Yanukovych, probabilmente su ordine della loggia Golden Eurasia, che da tempo «sovraintende con cinismo e spregiudicatezza l’evolversi del conflitto russo-ucraino», decise di sospendere l’accordo di libero scambio con l’Unione Europea, provocando forti proteste popolari, che, appoggiate dal governo americano di Barack Obama e dalle logge massoniche progressiste occidentali, presero il nome di Euromaidan.

Tali proteste, che causarono decine di morti sia fra i manifestanti che fra le forze dell’ordine, portarono in breve tempo ad una vera e propria rivoluzione nazionale (febbraio 2014), che costrinse il presidente Yanukovych a fuggire in Russia, lasciando di fatto l’Ucraina in mano ad nuovo governo, europeista e filo-americano, guidato da Petro Poroshenko, che si dichiarò fin da subito «pronto per uno scenario di guerra totale» contro la Russia. Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e l’Unione Europea, su suggerimento degli Stati Uniti e delle logge progressiste, come la Ur-Lodge Maat e la B’nai B’rith, cominciano a «sostenere economicamente la fase di normalizzazione dell’Ucraina».


Separatismo filo-russo

Ma non tutti i cittadini ucraini hanno accettato in silenzio la rimozione del presidente Yanukovych. Nella penisola di Crimea, ad esempio, che è un territorio abitato prevalentemente da russofobi, un gruppo di ribelli – sobillati e armati dalla Russia e soprattutto dalla fazione più radicale della Golden Eurasia e dalla Gran Loggia di Russia di Andrey V. Bogdanov – insorsero e chiesero, dopo un controverso referendum vinto con oltre il 90% dei voti, di essere annessi alla Russia; annessione che Vladimir Putin, membro della Golden Eurasia, riconosce immediatamente, poiché convinto che la rimozione di Yanukovych sia stata un «golpe armato» orchestrato dall’Occidente.

Nel frattempo, un’altra insurrezione armata – supportata dalla Golden Eurasia – esplode nel cuore industriale orientale del Paese, il Donbass, scatenando una guerra civile ancora in corso, che, ad oggi, ha causato circa 14mila morti e una grave crisi economica. Nascono così le repubbliche di Doneck e Lugansk, le quali si dichiarano indipendenti dalla nuova Ucraina “europeista” di Poroshenko e nemiche della massoneria occidentale, che, tramite lo stesso Poroshenko, ha creato il Trilateral Contact Group on Ukraine (TCGU), al fine di «normalizzare il conflitto nel Donbass».

Intervistato dalla Novaya Gazeta nell’estate 2014, il vice Primo Ministro della Repubblica di Doneck, Vladimir Antiufeyev, ha infatti «accusato del conflitto in corso [nel Donbass] i massoni americani ed europei».

«Nessuno è responsabile del fatto che le nostre banche, i negozi, l’aeroporto [di Doneck] siano chiusi, ad eccezione dei fascisti ucraini e dei liberi muratori degli Stati Uniti e dell’Europa», ha dichiarato Antiufeyev. «Non siamo consapevoli dell’influenza che esercitano le logge massoniche in Occidente?!».

Con ogni probabilità, anche Antiufeyev – che ha operato in Lettonia e Transnistria per conto del governo russo durante gli anni Novanta, per poi finire in Donbass – è membro della Golden Eurasia, la cui corrente radicale auspica la creazione della Grande Eurasia e il ripristino dell’influenza russa in Ucraina. Oggi Antiufeyev è a tutti gli effetti un uomo al servizio del Cremlino e un fervido sostenitore del filosofo Alexander Dugin, conosciuto per essere il filosofo di Putin e il fondatore della Quarta Teoria Politica, una nuova teoria «capace di trascendere le categorie politiche del XX secolo» e ricondurre finalmente la Russia al posto che gli spetta nel mondo.

Minsk e Minsk II

Ma torniamo al conflitto. Il 5 settembre 2014, con gli «accordi feticcio» di Minsk, si raggiunge – tramite l’operato del TCGU, che rappresenta l’appendice ucraina dei poteri forti occidentali – un accordo di pace “apparente” in Donbass. In realtà, il protocollo di Minsk è una farsa per prendere tempo e riorganizzare le forze ucraine, armate dagli Stati Uniti, in vista di un potenziale conflitto con la Russia. Poco dopo la riunione di Minsk, infatti, separatisti filo-russi e ucraini ricominciano a combattere, violando il cessate il fuoco.

L’11 febbraio 2015, un’altra riunione – Minsk II – stende una nuova cortina di fumo sul conflitto in Donbass, oscurando i veri propositi della guerra. Se da una parte, infatti, la Gran Loggia di Russia e le fazioni più radicali della Golden Eurasia auspicano un’Ucraina sotto influenza del Cremlino, dall’altra, le logge occidentali stanno facendo di tutto per fare entrare l’Ucraina nella NATO e indebolire la Russia. Minsk II, quindi, non ha fatto altro che offuscare tali propositi, al fine di mostrare al mondo le (finte) intenzioni pacifiste di Ucraina e Stati Uniti (ma anche della Russia), manipolando così l’opinione pubblica internazionale.

Qualche giorno prima, infatti, mentre Angela Merkel, anch’essa affiliata alla Golden Eurasia, era a Mosca per discutere sul conflitto in Donbass, Joe Biden, all’epoca vice presidente degli Stati Uniti, nonché membro della Ur-Lodge Maat e amico della massoneria ebraica, rammentò – senza peli sulla lingua – i veri propositi dell’Occidente: «Gli Stati Uniti e l’Europa intera devono schierarsi insieme contro la Russia», disse. «Non possiamo permettere alla Russia di ridisegnare la cartina dell’Europa, perché è esattamente questo che sta facendo».


Arriva Biden

Dal 2015 al 2020, in Ucraina si ha tuttavia una relativa pace, con l’insorgere di sporadici episodi di micro-conflitto fra i separatisti del Donbass e le forze nazionali ucraine – il cui governo non ha mai accettato la separazione del Donbass dall’Ucraina. Ma, nel gennaio 2021, con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca (il cui odio verso le popolazioni slave non ha paragoni), le direttive cambiano radicalmente.

Ed è stato un portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che, tre mesi dopo l’elezione di Biden alla presidenza degli Stati Uniti, ha avuto il coraggio di denunciare tali cambiamenti. «Siamo davanti ad atti provocatori lungo la linea di contatto», ha dichiarato. «Sono le forze armate dell’Ucraina che hanno intrapreso un percorso verso l’escalation di questi atti provocatori, e stanno continuando questa politica. Queste provocazioni tendono a intensificarsi. Tutto questo sta creando una potenziale minaccia per la ripresa di una guerra civile in Ucraina».

E questo Biden lo sa bene: è stato lui, infatti, probabilmente su suggerimento della Ur-Lodge Maat e della massoneria occidentale, a dare quei precisi ordini alle forze ucraine, in modo da far innervosire Putin e sperare in un suo attacco improvviso contro l’Ucraina, al fine di fare apparire la Federazione Russa, nell’ambito dell’opinione pubblica internazionale, la nazione che ha dato vita al conflitto e giustificare così un intervento NATO. In vista della guerra in Donbass, Biden – appoggiato anche da alcune forze repubblicane – ha persino fatto ritirare i soldati americani dall’Afghanistan – scelta che risulterà alquanto discutibile.

Sempre nell’aprile 2021, anche Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che la situazione in Donbass, ossia nelle neonate repubbliche di Doneck e di Lugansk, peggiora di giorno in giorno a causa delle «intenzioni bellicose di Kiev».

«Truppe ed equipaggiamenti militari vengono dispiegati nella regione e i piani di mobilitazione vengono aggiornati», ha concluso Zakharova. «I media ucraini stanno fomentando l’isteria basata sul mito della minaccia russa, sostenendo che Mosca ha intenzione di attaccare l’Ucraina nel prossimo futuro. Gli sponsor occidentali di Kiev [come la Ur-Lodge Maat e le logge massoniche progressiste americane ed europee] sostengono apertamente la maggior parte degli sviluppi».

Dmitry Kozak, vice capo dell’Amministrazione del Cremlino, ha tuttavia confermato che, alla luce di quanto detto, «tutto dipende dalla scala della conflagrazione. Se, come dice il nostro presidente, nel Donbass c’è una situazione come quella di Sebrenica, dovremo probabilmente difenderli».


Terza guerra mondiale?

Nel frattempo, sempre nell’aprile 2021, i russi hanno effettuato un massiccio rafforzamento delle proprie truppe nei pressi dei confini con l’Ucraina. Ma le provocazioni da parte delle forze armate ucraine, dietro le quali si nasconde da tempo il guerrafondaio yankee con la squadra ed il compasso, non accennano a placarsi. Lo stesso massone Donald Trump, dichiaratosi molto preoccupato per la situazione in Ucraina, ha asserito che, con Biden alla presidenza degli Stati Uniti, c’è il rischio concreto di una «terza guerra mondiale». Si, avete capito bene.

«Mentre il mondo occidentale punta il dito contro il presunto schieramento minaccioso di Mosca […], le autorità di Kiev si stanno preparando per una guerra nel Donbass», ha ribadito ad inizio febbraio Sergei Naryshkin, direttore dei servizi segreti esteri russi. «Qual è l’obiettivo? Credo che sia distruggere le repubbliche popolari [di Lugansk e di Doneck]. E tutto questo con l’obiettivo di trascinare la Russia in un conflitto intra-ucraino».

Difatti, ha proseguito Naryshkin, continua il «massiccio trasferimento di centinaia di tonnellate di equipaggiamento militare e munizioni dalle basi statunitensi in Europa, dalla Gran Bretagna, dal Canada. Il contingente di consiglieri e istruttori delle forze speciali della NATO è in crescita. Ci sono anche informazioni sulla comparsa di gruppi militanti jihadisti multinazionali».

Il governo russo ha risposto spostando circa 140.000 soldati al confine ucraino. Tale scelta, dettata da Vladimir Putin in maniera forse troppo impulsiva, riflette gli obiettivi occulti della Golden Eurasia e le prerogative delle fazioni radicali anti-atlantiste della Gran Loggia di Russia, ossia la creazione di una Grande Eurasia «destinata a espandere la propria influenza oltre i confini orwelliani: a sud dell’Europa nel cuore del Mediterraneo; in Medio Oriente verso la Siria; in Asia Centrale ed Estremo Oriente, dove l’obiettivo è raggiungere una convivenza win-win con il gigante cinese».

Stando alle parole di Alexander Dugin, infatti, la Grande Eurasia, governata dalla Quarta Teoria Politica, è «il modello che risponde nella maniera più precisa agli interessi strategici della Russia moderna», fornendo «la risposta alle questioni più spinose» e «una via d’uscita alle situazioni più ingarbugliate». Molti “liberi muratori” russi, tuttavia, fra cui Bogdanov e lo stesso Vladimir Putin, hanno fatta loro questa visione, fondendola con i postulati massonici occidentali e altre tradizioni esoteriche slave, dando vita all’attuale dottrina occulta che va di moda in Russia, soprattutto fra i “liberi muratori”.

Guerra ed esoterismo

Dunque, la società russa, ha spiegato Marcello Tansini, è fortemente influenzata dai massoni. Con la caduta del comunismo, essi sono usciti «allo scoperto invadendo tutti i gangli della società russa» e «prendendo in mano settori della diplomazia e della politica, delle istituzioni e delle banche». Dagli anni ’80, infatti, «in Russia è iniziato un vero boom esoterico», che, nel tempo, con la caduta dell’Unione Sovietica, ha portato ai vertici della politica esoteristi, massoni e membri di logge occulte, come appunto Vladimir Putin o Andrey V. Bogdanov. Quest’ultimo, ad esempio, Gran Maestro della Gran Loggia di Russia e fondatore di decine di partiti politici, è stato utilizzato per anni dal Cremlino per disunire l’opposizione e come candidato fantoccio nel tentativo di far sembrare legittime le elezioni. Il suo braccio destro, Vyacheslav Smirnov, anch’egli noto esoterista e membro della Gran Loggia di Russia, fa parte dal 2018 dell’amministrazione del presidente Putin.

Tuttavia, sono proprio questi ambienti occulti che, dal 2014, stanno spingendo per la guerra in Ucraina, con l’intento di far tornare il paese sotto influenza russa, utilizzando il (legittimo?) pretesto di contrastare l’imperialismo americano e, soprattutto, il violento europeismo ucraino, che considera le repubbliche filo-russe del Donbass alla pari di entità terroristiche. Putin, dal canto suo, non vuole essere ricordato come il presidente che, per un motivo o per l’altro, ha permesso all’Ucraina di smarcarsi dall’influenza russa per avvicinarsi all’Europa e all’America, magari entrando nella NATO. Pertanto, farà di tutto per ripristinare il dominio russo in Ucraina, anche rischiando – come dice qualcuno – una vera guerra mondiale.


Conclusioni

Alla luce di quanto appena detto, non possiamo che attendere ulteriori sviluppi, con la speranza di vedere al più presto Russia e Stati Uniti seduti ad un tavolo a dialogare, senza alcun proposito di guerra, per il bene e il futuro dell’Ucraina e del mondo. Sarebbe forse un’utopia? A nostro avviso, le divergenze massoniche e i contrasti ideologico-dottrinali – nella loro totalità – dovrebbero lasciar spazio ad un valido compromesso di pace, in grado di rispettare – nei limiti imposti dalla situazione – tutte le parti in causa, senza privilegi o svantaggi per alcuno. Solo allora le predizioni di una futura terza guerra mondiale fra Russia e Stati Uniti potranno risultare inverosimili ed infondate, e si potrà parlare di una nuova etica di bipolarismo geopolitico capace di valorizzare tanto l’Oriente quanto l’Occidente.

Pertanto, chiunque ostenti il conflitto – sia da parte americano-ucraina, sia da parte russa – diviene complice della massoneria e dei poteri occulti che si celano dietro i governi dell’Est e dell’Ovest. Aspirare alla pace in Ucraina è quindi un atto rivoluzionario e antimassonico. Qui gladio ferit gladio perit.


Di Samuel Mandel

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