Le persone più istruite sono antisemite? Un nuovo sondaggio shock smonta la retorica mainstream sull’antisemitismo

Dopo secoli di speculazioni sull’avversione verso gli ebrei, un nuovo sondaggio ha finalmente fatto chiarezza sulle origini dell’antisemitismo, rintracciando le sue radici storiche non nella mancanza di istruzione, bensì nella stessa mentalità ebraica, i cui effetti – rivela il sondaggio – sono noti soprattutto fra i più istruiti

Si sente spesso affermare, specialmente in ambienti accademici, che l’antisemitismo trae origine dall’ignoranza, dalla superstizione o addirittura da antiche leggende. Il sociologo Frederick Weil, ad esempio, ha recentemente dichiarato che, negli Stati Uniti, «i più istruiti sono molto meno antisemiti di quelli con meno istruzione, e nessun’altra misura dello status sociale (come il reddito o l’occupazione) può spiegare questa relazione». L’ONG ebraica Anti-Defamation League, invece, ha dichiarato che «tra i cristiani e i non osservanti, i livelli di istruzione superiore portano a un minor numero di atteggiamenti antisemiti», mentre il Vatican News (stampa ufficiale della Città del Vaticano) ha ribadito che, all’origine dell’antisemitismo, vi sarebbero «ignoranza e pregiudizi» e che solo «a partire dall’educazione delle giovani generazioni» è possibile eliminare definitivamente ogni sentimento antisemita.

In realtà, un sondaggio condotto nel marzo 2021 dalla rivista ebraica Tablet ha rilevato esattamente l’opposto, ossia che «le persone più istruite negli Stati Uniti tendono ad avere una maggiore antipatia verso gli ebrei rispetto alle persone meno istruite». Si, avete capito bene!

Il sondaggio, che conferma quanto detto da numerosi intellettuali europei del secolo passato, è stato sviluppato attraverso «una nuova misura di indagine basata su ciò che l’attivista per i diritti umani ed ex rifiutonik sovietico Natan Sharansky identifica come una caratteristica distintiva dell’antisemitismo: il doppio standard». In sostanza, spiegano i creatori del sondaggio, «abbiamo redatto due versioni della stessa domanda, una chiedendo agli intervistati di applicare un principio a un esempio ebraico e un’altra per applicare lo stesso principio a un esempio non ebraico. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale a vedere una versione o un’altra in modo che nessun intervistato potesse vedere entrambe le versioni della domanda. Dal momento che nessuno vedeva entrambe le versioni della domanda, gli intervistati più istruiti non hanno avuto modo di sapere che stavamo misurando il loro sentimento nei confronti degli ebrei».

E il risultato è stato sorprendente. Il sondaggio ha infatti concluso che, «contrariamente a quanto affermato in precedenza, l’istruzione sembra non dare alcuna protezione contro l’antisemitismo e potrebbe addirittura servire a concedere ad esso una licenza», in quanto fornisce alle persone «maniere più sofisticate e socialmente accettabili per esprimerlo». Ne discende che, «se le persone più istruite sono più ostili nei confronti degli ebrei, livelli di istruzione più elevati e maggior formazione [culturale] potrebbero aumentare il pregiudizio, piuttosto che diminuirlo». Ecco perché l’antisemitismo, secondo gli ideatori del sondaggio, non è «affrontabile con approcci e concezioni convenzionali di educazione», ma necessita di contromisure educative e culturali “speciali” – come, ad esempio, la censura e la limitazione della libertà di stampa.


Conseguenza logica

Tuttavia, sorge una domanda: se l’antisemitismo – ossia l’avversione verso gli ebrei – non nasce dall’ignoranza e dal pregiudizio, allora quali sono le sue origini?

Il sondaggio condotto da Tablet mostra chiaramente che, come asserì l’intellettuale Giovanni Preziosi, «più sei istruito e più conosci l’ebreo e ne diffidi». Da questa prospettiva, le vere cause dell’antisemitismo, secondo il sionista Bernard Lazare, non possono «che risiedere negli ebrei stessi, e precisamente nel loro esclusivismo etnico-religioso, nella loro asocialità e misantropia, nella loro protervia imperialistica». Pertanto, la polemica antisemita (che, come abbiamo visto, è alimentata dalla stessa istruzione) diviene – spiega Lazare – «una conseguenza logica e inevitabile» del comportamento ebraico, una reazione hic et nunc alla retorica di morte del Talmud e della Torah. «Si, fummo colpevoli», recita a tal riguardo un noto sermone rabbinico. «Commettemmo infedeltà, usurpammo, pronunziammo maldicenza, fummo iniqui, empi, insolenti, violenti, calunniatori, rei di macchinazioni, menzogneri motteggiatori, ribelli, blasfemi, perversi, depravati, prevaricatori, caparbi, praticammo azioni abominevoli, traviamenti ed inganni»… Serve forse altro, per generare l’antisemitismo?!


Di Javier André Ziosi

2 commenti

  • Già lo sapevamo. Ora abbiamo avuto la conferma. Uno istruito ha piu cultura e piu conoscenza del mondo che lo circonda, quindi fra le varie cose conosce anche il problema ebraico.Molto interessante la posizione di Lazare.

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